Tute blu, dopo il caos riparte la trattativa

Antonio Signorini

da Roma

Riprende la trattativa tra Federmeccanica e i sindacati dei metalmeccanici. La notizia più attesa è arrivata al termine di una nuova giornata di blocchi stradali e ferroviari. Proteste che hanno provocato ancora una volta disagi pesantissimi in tutta Italia. E anche qualche disordine, proprio davanti alla sede milanese di Assolombarda dove i «meccanici» di Confindustria stavano prendendo la decisione cruciale per il rinnovo del contratto delle tute blu: confermare lo stop alle trattative deciso giovedì scorso o tornare al tavolo con i sindacati. La tensione si è sciolta quando il presidente di Federmeccanica Massimo Calearo ha annunciato la ripresa del confronto: «La giunta e il consiglio mi hanno dato mandato di rientrare in campo per riprendere la trattativa», ha annunciato.
Per tutta la giornata le tute blu non hanno abbandonato la strategia dei blocchi. Le proteste hanno ancora una volta colpito in particolare Piemonte, la Lombardia e anche l’Emilia Romagna. A Milano e a Bologna si sono tenute le principali manifestazioni. Nella città delle due torri la manifestazione ha coinvolto la Stazione centrale. Un migliaio di lavoratori metalmeccanici hanno invaso i binari per un paio di ore bloccando i collegamenti ferroviari nord-sud.
Fitto il bollettino dei blocchi stradali. Come nei giorni scorsi fra le prime arterie bloccate c’è stata la Milano-Torino, all’altezza di Chivasso. Ma oggi i blocchi si sono estesi un po’ su tutte le autostrade. Caos anche in Sicilia, con blocchi sulla Palermo-Messina e sulla Palermo-Catania. Oltre allo scalo di Bologna, i manifestanti hanno preso di mira la stazione di Monza, quella di Pontedera, quella di Jesi e quella di Foggia Borgo Incoronata. Blocchi anche nel nord-est, in particolare tra Trieste e Venezia e in Alto Adige.
La protesta ha progressivamente perso intensità quando Calearo ha annunciato la ripresa delle trattative, accolta dalla disponibilità di Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm-Uil . «Siamo pronti a riprendere il negoziato. Andremo all’appuntamento con Federmeccanica augurandoci che vi siano le condizioni per una conclusione rapida e positiva delle trattative contrattuali», ha assicurato il segretario della Fiom Gianni Rinaldini.
Le posizioni rimangono quelle di giovedì scorso, quando è saltato il tavolo. «La trattativa riprenderà da quota 94,5 euro, con sei mesi di allungamento del contratto per garantire la pace sociale», ha annunciato il presidente di Federmeccanica. I sindacati insistono su aumenti medi mensili di cento euro. «È una trattativa - ha ricordato il segretario della Uilm Antonino Regazzi - che si trascina da più di un anno ed è bene che ai lavoratori vada una giusta quantità economica». «Sarebbe buffo - ha aggiunto il leader della Fim Giorgio Caprioli - che avessero fatto tutta questa sceneggiata per riproporre il documento che già abbiamo bocciato». Ieri Calearo ha replicato con un «no assolutamente» agli aumenti da cento euro ed è probabile che il compromesso sia trovato su una cifra di poco inferiore.
Unanimi, e positivi, i commenti del mondo politico. «Ora mi auguro che la vertenza si concluda in tempi rapidi», è stato l’auspicio del ministro del Welfare Roberto Maroni. Rimane l’amarezza per i blocchi, proteste illegali che danneggiano solo i cittadini. «Noto purtroppo - ha commentato il sottosegretario Maurizio Sacconi - in alcuni ambienti politici e sindacali una compiaciuta condivisione di queste iniziative che deve far riflettere sull'attitudine a governare di coloro che non hanno rinunciato a pensare che sia meglio usare la ragione della forza piuttosto che la forza della ragione».
Tra i sindacati è stata la Uilm a condannare i disordini di Milano.

«Ho visto in Tv un gruppo che si è distaccato dal resto della manifestazione, che era pacifica, per tirare uova e altri oggetti. Noi abbiamo indetto gli scioperi, non queste forme di protesta che non condividiamo», ha commentato Regazzi.

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