"Chi lascia la Rai non è un martire". La stoccata di Mentana a Fazio e Annunziata

Il direttore del Tg La7 si smarca dai pianti per l'addio di Fazio: "Nessuno è indispensabile". E sferza Annunziata: "Si può dire non lavoro nel servizio pubblico perché non sono d'accordo con il governo?"

"Chi lascia la Rai non è un martire". La stoccata di Mentana a Fazio e Annunziata
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C'è salvezza sul pianeta Terra: finalmente qualcuno ha trovato il coraggio di prendere le distanze dai piagnucolii per le fughe di Fabio Fazio e Lucia Annunziata dalla Rai. Dopo i loro addii è partita da sinistra un'onda di solidarietà e grande disperazione che di fatto ha dipinto entrambi come martiri. Ma c'è chi non la pensa così e non si è unito al coro di strazio: Enrico Mentana ha analizzato la situazione con gli occhi della realtà e ha voluto sgombrare dal tavolo dall'ipocrisia di chi piange e si straccia le vesti.

La stoccata di Mentana a Fabio Fazio

Il direttore del Tg La7 ha fatto notare che chi accetta di lavorare in Rai deve essere consapevole della presenza dei partiti e che se si vuole davvero intervenire su questo fronte bisogna farlo con concretezza. Viene da chiedersi per quale motivo la sinistra, che ora versa lacrime, non abbia partorito una riforma per sottrarre il servizio pubblico dal controllo della politica. "Volta a volta ciascun partito tenterà di mettere i suoi uomini e le sue donne, ma non c'è mai una lesione della democrazia", ha affermato Mentana.

Il giornalista, parlando dal palco del 12esimo Festival della tv di Dogliani, è andato dritto al punto ponendo l'attenzione su un principio sacrosanto che evidentemente al fronte rosso non va giù: "Non esistono situazioni in cui uno ha il diritto di restare e l'altro ha il diritto di epurare. Non esiste Maradona: nessuno ha il diritto inalienabile di essere sempre in onda". E non ha fatto mancare una frecciatina indirizzata a chi ha assunto un atteggiamento da vittima dopo aver scelto di lasciare la Rai.

"Non esistono martiri puri", è stata la stoccata di Mentana. Secondo cui nessuno è nato con la missione divina di fare telegiornali o trasmissioni, motivo per cui non ha usato mezzi termini per esprimere la propria opinione di fronte agli avvilimenti registrati in queste settimane: "È molto semplice e gratificante fare il ruolo di chi è martire ma sarebbe più semplice fare delle scelte, motivarle e avere il fair play necessario per far capire che nessuno è indispensabile".

La sferzata a Lucia Annunziata

Mentana ha espresso una posizione contraria anche rispetto alla linea assunta da Lucia Annunziata, che ha deciso di voltare le spalle alla Rai alla luce dei contenuti e dei metodi messi in campo dal governo guidato da Giorgia Meloni. A suo giudizio lei se n'è andata "dignitosamente", ma allo stesso tempo ha affiancato una sorta di ramanzina per una tesi che in effetti non regge e mette in mostra tutte le proprie fragilità.

Per quale motivo la mancata condivisione sull'operato dell'esecutivo di turno dovrebbe scatenare la fuga? Anzi, in democrazia è importante incalzare il governo che magari non piace al giornalista.

Ma Annunziata ha scelto un'altra strada che non ha trovato il gradimento di Mentana: "Si può dire non lavoro nel servizio pubblico perché non sono d'accordo con questo governo? Chi governa deve stare sotto lo scrutinio forte dell'opinione pubblica e dei mezzi d'informazione". A maggior ragione se non sei d'accordo devi stare lì. Ma rivestire il ruolo di martire è indubbiamente più facile.

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