Il culto del più grande eroe americano

La serie sulle avventure di Ralph Hinkley è un classico degli anni '80, arrivato in Italia sull'appena nato Canale 5

Il culto del più grande eroe americano
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Se non conoscete questo simbolo non sapete cosa vi siete persi, se lo conoscete per voi è un culto, e vi sentite soli perché nessuno di coloro che conoscete lo conoscono. Se avete visto The Big Bang Theory avrete visto Sheldon Cooper che indossa una maglietta rossa con questo stemma, senza capire cos’è.

Era l’inizio degli anni anni Ottanta. Un professore di una scuola di recupero, Ralph Hinkley, insieme al suo amico, agente dell’FBI, Bill Maxwell (interpretati il primo da William Katt, il secondo da Robert Culp), in mezzo al deserto vengono sovrastati da un’astronave aliena, che gli lascia una valigetta, destinata a Ralph, contenente con costume rosso. Un costume che dà a chi lo indossa dei superpoteri, ma, piccolo problema, mentre Bill e Ralph se ne vanno, molto straniti, Ralph perde il libretto di istruzioni.

È da qui che inizia la storia di The Greatest American Hero, in Italia con il titolo Ralph supermaxieroe fu trasmessa dall’appena nata Canale 5 (e in seguito su Italia 1), grazie Silvio (se aspettavamo la Rai eravamo ancora a ciucciarci Dolce Remì). Il bello della serie è che Ralph ci mette un bel po’ prima di imparare a usare i superpoteri, a tentativi riesce a volare ma sbatacchia urla e si schianta, a volte riesce a vedere attraverso in muri ma non sa come ha fatto, quando corre ha la supervelocità e ogni tanto diventa invisibile senza sapere come ci sia riuscito, ovviamente grazie al costume è invulnerabile e ha una superforza, lì non servono istruzioni, ma per tutto il resto è un Superman imbranato. Con le missioni che gli affida il amico Bill per «salvare il mondo» da qualche minaccia terroristica diventa tutta un’impresa comica, sebbene alla fine riesca sempre.

Anche la canzone della sigla è bellissima, Believe it or not, di Joey Scarbury («Look at what’s happened to me/ I cant’t believe it myself/ Suddenly I’m up top of the world…» e «Believe it or not I’m, walkin’ on air», che tu ci creda o no, io sto camminando nell’aria»). L’altro giorno ho postato su Instagram il video della sigla, e sono stato sommerso di messaggi nostalgici. Un lettore mi ha scritto: «da allora non perdo mai i libretti di istruzione». Un altro: «ma somiglia tantissimo a Jannik Sinner!» (non ci avevo mai pensato, è vero, Ralph sembra Jannik, però Jannik non ha perso il libretto di istruzioni, casomai ci sono i cattivi della Wada che sono riusciti a togliergli la racchetta per tre mesi).

Oggi lo trovate caricato su Youtube da qualche

benefattore che ha riversato le due stagioni dal VHS, però vorrei fare un appello a Amazon (o a Netflix, o a Disney, o a Apple, a chiunque), che ha rimesso serie come A-Team, il Tenente Colombo, Supercar: potete ridarci Ralph?

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