
- Come vi avevo annunciato, anche le due o tre polemichette nate ieri sera si sono sgonfiate durante la notte. Conti dovrebbero assumerlo negli uffici stampa delle grandi compagnie: come uccide il dibattito lui, nessuno mai.
- Pronti via.
- L'unica cosa positiva è che da domani non sentiremo più ogni due per tre 'Tutta l'Italia, tutta l'Italia".
- L'orchestra che balla per Gabry Ponte sguainando gli archeti dei violini dimostra quanto sia cambiato questo Festival, quanto i generi si siano mescolati. E di questo va dato atto ad Amadeus: è principalmente merito suo. Chapeau.
- Si parte con Francesca Michielin che migliora di giorno in giorno, per carità, ma sembra quasi avere l'effetto di un tatuaggio per bambini: ti si stampa addosso il tempo di vantarsene con gli amichetti, poi viene via. E non resta nulla. Voto: 6,5.
- Willie Peyote simpatico. E basta. Voto: 6.
- Doppio fischio di apprezzamento per Alessia Marcuzzi alla sua apparizione in cima alla scala: che meraviglia questo Festival che sdogana il catcalling come piace a noi buzzurri. "Gnocca", "Si 'na pret", "A bona". Stupendo.
- Alessia Marcuzzi impeccabile, ma la scenetta dell'abbraccio al pubblico è orripilantemente simile ai brutti Festival del passato. Grazie ma no grazie.
- Finirò col ripetermi, ma magari qualcuno di voi non ha letto le puntate precedenti. Marcella Bella ha ascoltato la richiesta di questa rubrica di riportare sul palco le quattro ballerine dalle lunghe e slanciatissime gambe. Quindi le siamo grati, noi maschietti. Più ascolti il brano e più somiglia a "Pazza" di Loredana Bertè. Caruccio, ma già sentito. Voto: 5.
- Bresh saltella sulle scale con disinvoltura eroica, infatti all'ultimo gradino quasi ci rimette l'osso del collo. Sulle braccia ha più peli di un orso bruno, si vedono e lo apprezziamo: l'omo ha da esse omo. Peccato per il pantalone sbrilluccicante, ma un po' di tocco artistico possiamo accettarlo pure in questo Festival della castità, povertà ed obbedienza. Faccia simpatica, ma troppo autotune per poterci passare sopra.
- Che si è messo addosso Kekko dei Modà? Più che un quadro di Kandinskij, citato nel pezzo, pare uno di quei disegni con gli omini di Keith Haring. Se la indossa a Cassina de' Pecchi lo picchiano per strada. Voto: 7.
- Marcuzzi sta mettendo in crisi mistica Carlo Conti. Alla prossima improvvisazione la sgozza.
- L'ingresso di Rose Villain accompagnata da due maschietti che la aiutano a scendere le scale quasi fossero due schiavetti, è un inno al femminismo o la sua definitiva morte?
- Se occorre dare un premio per il miglior outfit medio, vince Rose Villain a mani basse. Chissà se avrà la stessa fortuna di Elodie che, dopo quel famoso Sanremo, divenne icona sensuale.
- Mi domandano dalla regia: "Ma sono tutti napoletani?". Guarda che Tony Effe è di Roma. "Vabbé stessa cosa".
- Mi viene il dubbio che a Tony Effe sia saltato l'autotune (o magari non ce l'ha proprio eh), perché se ha steccato così con il correttore di intonazione meriterebbe un premio alla carriera.
- Clara. Il vuoto cosmico.
- Serena Brancale entra in scena e il salotto di casa si chiede: "ma da dove è uscita questa"? L'abito nero con qualche trasparenza non è così dissimile da quello di Rose Villain, solo portato con tutt'altra classe. In testa un velo che ricorda l'abito delle signore a lutto. Nella serata delle cover aveva dimostrato di saper cantare meglio di quanto il suo brano in gara non le permetta di fare. Ritenta ancora. Voto: 5,5.
- Brunori Sas può puntare alla vittoria e l'indegno autore di questa rubrica ci spera un po'. Il testo è bello, la melodia anche, lui ci mette del suo nell'interpretarla. Gli perdoniamo anche il fatto che somigli così tanto a Rimmel di De Gregori. E poi sè messo addosso un impeccabile abito scuro col papillon. Possiamo non premiarlo? Sovranista. Voto: 8,5.
- Alberto Angela ha poca dimestichezza con la diretta? Si percepisce il fiato rotto di chi non è propriamente a suo agio.
- L'altro giorno scrivevamo che Francesco Gabbani è come il vino: sta lì e col tempo migliora. Vale anche per la sua canzone. Arriverà a sfiorare il podio.
- Marcuzzi che cammina all'indietro per far vedere la scollatura? Tremendo. Qualcuno dietro le quinte le dica che è meglio se si limita a fare da spalla a Conti senza improvvisare: non è nelle sue corde, almeno stasera.
- Elly Schlein ha per caso prestato l'armocromista a Noemi? L'abito di simil diamanti a lungo strascico si abbina perfettamente ai suoi colori. Ora può condidarsi alla guida del Pd: per essere rossa è rossa. Voce che rimane impressa. Voto: 7.
- Irruzione di Fru (The Jackal) sul palco durante l'esibizione dei The Kolors. Utilità? Nessuna. Ma per fortuna non l'hanno fatto parlare.
- Si può dire che il francobollo celebrativo del 75esimo Sanremo è bruttino?
- Olly mi sta simpatico solo per la camicia del mercato e la canottiera in stile Umberto Bossi.
- Qual è il codice per votare Venditti? Coraggioso a tentare due brani che forse l'età non gli consente più di intonare con la pienezza di un tempo. Nonostante ciò, resta due spanne sopra tre quarti dei concorrenti in gara.
- Il passaggio migliore di questo Festival avviene fuori dall'Ariston, di giorno, quando un fan regala a Lucio Corsi un pacco di dolci e lui, imbarazzato, non avendo soldi per pagarle gli regala una spilla del suo cappello. Chapeau.
- Qualcuno può ripetere ad Alessia Marcuzzi, se non l'ha capito, che questa storia degli abbracci è solo tremendamente imbarazzante?
- Achille Lauro meriterebbe un 10 solo perché ci ha evitato l'imbarazzo provocato alle sue precedenti apparizioni all'Ariston, tra percorsi artistici incompresi e tutine color carne che non sto manco a raccontarvi. Però la canzone l'è quel che l'è, cioè poca roba. Voto: 6
- Do un suggerimento a Carlo Conti, se vuole ascoltarlo (magari potrebbe passargli il messaggio chi in Rai capita su questa rubrica...): anno prossimo evitiamo co-conduttori: faccia tutto da solo.
- Coma Cose in scena con un cappello che fa sembrare lei una lampada di un night club. Però signori miei: sarà banale, sarà bambinesca, avrà ricevuto la recensione negativa della Crusca, ma vedrete che questa dalle radio alla baby dance la sentiremo fino allo sfinimento. Voto: 7.
- Fermate Alessia Marcuzzi, vi prego.
- Giorgia. Semplicemente Giorgia. Non so se, come sostiene Marcuzzi, abbiano davvero la stessa voce quando parlano. Ma quello che è certo è che sono due o tre le cantanti che in Italia possono tecnicamente definirsi tali: lei, Elisa, Laura Pausini e forse Annalisa. Meriterebbe di vincere.
- Momento di panico in regia: quando Conti si collega con la nave, invece del sottopancia dedicato alla Costa esce per mezzo secondo quello del Suzuki Stage. Sento da qui gli insulti del regista.
- Simone Cristicchi nelle interviste giura di non guardare alla classifica. Eppure sembra che oggi si sia messo d'impegno per migliorare lì dove nelle precedenti sere aveva peccato: l'interpretazione. La concorrenza è serrata, ma la sala stampa gli darà un aiutino. Può farcela.
- I 3 minuti di Edoardo Bove sono l'inchino del Festival alla pubblicità progresso. Lo sappiamo: dobbiamo sorbirci questi passaggi perché fanno parte del rituale. Però c'è qualcosa di positivo: il calciatore, pur nella sua lentezza, appare genuino, sincero, non forzato forse perché tutto sommato non legge il gobbo ma parla col cuore. È vero: lui ha avuto fortuna, in 13 minuti lo hanno portato in ospedale, e non tutti hanno queste opportunità. L'informazione sul primo soccorso andrebbe introdotta nelle scuole, perché a volte - è verissimo - la linea tra la vita e la morte è davvero sottile.
- Elodie. Esibizione sufficiente, ma non è il suo Sanremo. Voto: 6.
- Lucio Corsi suona l'unica nota arcobaleno in questo festival, indossando improponibili ali da farfalla sulle spalle e spalmandosi di bianco tutta la faccia manco fosse una geisha. Però Topo Gigio o no, il brano emerge - insieme a Cristicchi e Brunori Sas - in tra un mare di testi più o meno identici. Merita il podio. Voto: 8.
- Irama l'altra sera sembrava Napoleone, oggi un ammiraglio della Royal Navy. Anzi no: sembra Lady Oscar, uguale uguale, ha ragione il mio suggeritore ufficiale. Il risultato non cambia: può licenziare lo stilista. Voto.... Niente mi astengo o dalla regia mi tempestano di proteste per non aver gestito coi guanti sua-bellezza-assoluta-Irama. Mah...
- Per un motivo inspiegabile i colleghi della stampa si sono innamorati di questo brano di Fedez. Sia chiaro: meglio di altri, ma farlo correre per la vittoria quando in gara ci sono Cristicchi, Lucio Corsi e Brunori Sas... Beh, è eccessivo. Però Federico Lucia vanta milioni di potenziali follower armati di televoto, quindi magari...
- Siamo ancora così tremendamente lontani dalla fine.
- Ora fate uno sforzo e ripensate al gruppo che anno scorso Amadeus aveva portato per "rompere" gli schemi delle canzonette. Ricordate? Esatto: i La Sad, quel gruppo punk con le creste multicolor. Al loro posto oggi Conti ha chiamato Shablo&co con la loro street song, tutti elegantissimi nel loro abito. Questo per dire che il Festival diventa cioè che il direttore artistico vuole che sia.
- Confesso di essermi perso gli ultimi tre o quattro artisti, ma tanto non avevano alcuna possibilità di arrivare nella parte alta della classifica.
- Clara terzultima, Rose Villain 19esima ed Elodie 12esima. Questo Paese può ancora risorgere: a quanto pare essere belli non è tutto. Applausi al televoto.
- La domanda è: dichiararsi anti-meloniana e anti-trumpiana poco prima dell'inizio del Festival, avrà influito nel fallimento di Rose?
- Achille Lauro esce dai primi cinque e l'Ariston rumoreggia. Ma grazie al cielo, diciamo invece noi.
- Giorgia sesta, clamoroso! Questo, obiettivamente, nessuno se lo aspettava. Purtroppo non vince chi canta meglio, e questo lo sappiamo. Conta tanto essere simpatici alla stampa e avere una raffica di fan disposti a votare per te, vedi Fedez. Ma i fischi dell'Ariston alla sua esclusione valgono almeno un secondo posto.
- Per fortuna Mahmood non ha portato in gara il suo nuovo singolo che, Conti dixit, ci ha "regalato" poco prima della proclamazione del vincitore: sarebbe arrivato ultimo.
- Premio per il testo a Brunori Sas. Premio dell'orchestra a Simone Cristicchi. Premio della Stampa a Lucio Corsi. Premio Tim a Giorgia. Un regalo a tutti: che Festival democristiano.
- Vince Olly e, confesso, non capisco il perché. Pensate che alla prima serata avevo scritto: "Olly. Muscolo scolpito a suon di blocchi di cemento tirati su e giù. Tatuaggio di ordinanza. Manca solo 'I love mamma' e poi sembrerebbe uscito di prigione ieri. Però il baffo è audace, soprattutto in tempi in cui il baffetto porrebbe pure essere frainteso. 'Magari non sarà' il brano del Festival, ma si è sentito di peggio. Metà classifica. Voto:5,5". Non era talmente il brano del Festival che ha vinto. C'ho preso eh...
- Cinque giorni di Festival e Selvaggia Lucarelli è riuscita a scodellare solo un piccolo retroscena, ovvero la presunta irritazione di Lucio Corsi dopo la serata delle cover quando Conti ha trasformato la "performance" con Topo Gigio in una "gag", quasi ignorando il povero cantante rimasto in disparte. Eppure, eppure, eppure anche in questo caso panta rhei.
- Sono due i segreti del Festival di Sanremo. Il primo si chiama Carlo Conti, che non solo non ha fatto rimpiangere Amadeus ma addirittura viene da chiedersi come mai non gli abbiano chiesto prima di condurre la kermesse anziché incaponirsi nell'ultima tragica edizione di Ama e Ciuri. Il secondo segreto è la musica. Ci avevano fatto credere che senza lo show, senza i monologhi, senza le riflessioni, gli spot perbenisti e tutto il resto non sarebbe stato possibile incollare davanti alla tv milioni di italiani. Invece no.
Senza gaffe, senza politica, senza stranezze ed esagerazioni "artistiche" il prodotto viene comunque apprezzato. Normalizzato l'evento, dunque, possiamo tornare ad occuparci solo delle canzoni. Il cui livello generale, magari, può essere migliorato.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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