"Scusi il ritardo ma sono appena tornata da fare la spesa per il pranzo della domenica. Tra una pagina da scrivere e un libro da leggere, c'è sempre spazio per la cucina, per il piacere di apparecchiare la tavola e ospitare amici e parenti". L'aurea di normalità che circonda Gabriella Genisi e che rappresenta il segreto del suo successo è reale. La scrittrice pugliese, ideatrice di gialli bestseller, è l'antidiva per eccellenza. Garbata, educata, mai sopra le righe, sempre disponibile. Anche in questa occasione, a ridosso della messa in onda della nuova stagione di “Le indagini di Lolita Lobosco” (su Rai 1 a partire dall'8 gennaio). "Il il vice questore di Bari, Lolita Lobosco, ci terrà compagnia per sei puntate con altrettante storie appassionanti".
Quanto la fiction ha contribuito a decretare il successo dei suoi libri?
"Non so dirlo con esattezza, ma sicuramente con la trasposizione televisiva sono arrivati tanti nuovi lettori, inoltre il personaggio di Lolita Lobosco è entrata nel cuore di milioni di italiani e dopo la fiction alcuni luoghi televisivamente rappresentati sono diventati meta di visita turistica".
Da poco è stato pubblicato "Lo scammaro avvelenato", per Sonzogno Marsilio. Ci racconta qualcosa?
"È un libro che si compone in due parti: la prima è la decima indagine di Lolita Lobosco e vedrà protagonista Carmela, la sorella di Lolita. Un ospite del bed and breakfast muore avvelenato dopo aver mangiato un piatto cucinato dalla stessa Carmela. L’accusa di omicidio è inevitabile, con conseguente imbarazzo della sorella commissaria. Nella seconda parte ci sono numerose ricette da riprodurre facilmente a casa".
Da dove nascono i suoi personaggi?
"Dalle ispirazioni talvolta casuali, da una smisurata dose di fantasia, dai libri letti, dagli incontri. Dosare il tutto e mescolare bene."
Un po' come si fa per una ricetta. Quanto amore ha per la cucina?
"Tanto, amo scrivere mentre qualcosa cuoce a fuoco lento e sempre nei miei romanzi le preparazioni culinarie e i piatti tipici si mescolano alle indagini delle protagoniste. In Puglia la cucina è sentimento, impossibile non condire le storie ambientate qui con ragù, focacce e panzerotti. Una tiella di riso patate e cozze riesce a raccontare i molti volti di una città, per esempio. Nel caso degli spaghetti all’assassina, un piatto della tradizione povera barese è essenziale per la risoluzione del caso. Nel nuovo Lo scammaro avvelenato scrivo, invece, di un piatto della tradizione napoletana, una sorta di timballo di spaghetti"
Ha narrato e narra la Puglia in maniera mirabile, ambientando tutti i suoi romanzi sia nel barese che nel Salento. Cosa rappresenta per lei questa regione?
"La Puglia è al tempo stesso il mio nido e il mio trampolino di lancio. Il racconto del territorio e i miei personaggi nati qui mi hanno proiettata nell’editoria nazionale. La bellezza dei luoghi, la loro diversità declinata nelle sei province sono un continuo stimolo per nuovi racconti".
Una cosa che farebbe se fosse "La governatrice" della Regione?
"Mi attiverei per nuove opportunità di lavoro legate ad agricoltura, turismo, cultura e innovazione, in modo da offrire alle nuove generazioni la possibilità di costruire il futuro nel luogo di nascita".
Il tacco 12 di Lolita è anche il suo?
"Lo era. Con il passare degli anni ho dismetto i tacchi a spillo e ho regalato le Louboutin a Lolita Lobosco. Lei le calza anche per andare in Questura ma naturalmente è una provocazione letteraria".
Cosa direbbe oggi alla Genisi degli inizi?
"È bellissimo credere alle favole".
Quando non scrive, come si rilassa?
"Leggendo, viaggiando, giocando con Silviamore, la mia bellissima nipotina".
I suoi numerosi fans le regalano o consigliano libri per conquistarla?
"Moltissimi anni fa qualcuno mi ha sedotta con un paradigma. Vale lo stesso? Comunque ricevo e regalo molti libri. Al di là della conquista servono a farci ricordare".
Cosa si aspetta e cosa desidera per gli altri per questo anno appena iniziato?
"Vorrei pace, salute e lavoro per tutti".
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