Perugia - Omicidio al ristorante. È stato lui a chiamare i carabinieri, la polizia e il 118. «Venite al mio ristorante: c'è un morto... Mi sono distratto un attimo e quando sono tornato ho trovato Concetta a terra in un lago di sangue», ha detto.
Concetta Genta, 31 anni, originaria di Napoli, era distesa sul pavimento nella sala del ristorante, tra i tavoli. Aveva perso molto sangue. Per lei nulla da fare: una coltellata inferta al costato, profonda venti centimetri, le era stata fatale. La donna viveva da un anno circa in via Butarone. Era venuta a Foligno dove già si era installato, per motivi di lavoro, suo fratello.
Sulle prime gli investigatori hanno creduto al racconto del ristoratore. Davanti ai poliziotti della volante e poi al commissario Bruno Antonini e al capo dello Sco Marco Chiacchiera, giunti per primi sul posto, uno stimato operatore commerciale, Giampaolo Properzi, particolarmente conosciuto in città per essere stato, per trentadue anni, il priore del rione Badia, nel quadro della Giostra della Quintana, vanto e orgoglio di Foligno. Tra l'altro un uomo maturo, con i suoi 65 anni. Sposato e padre. Ma pian piano, la fiducia si è tramutata in diffidenza e infine in crudo sospetto. Controllando i suoi precedenti gi inquirenti hanno trovato denunce per rissa e minacce. Tre ore più tardi gli investigatori lo hanno arrestato per omicidio volontario aggravato dai futili motivi.
«Lui è tranquillo, si dichiara innocente - assicura il suo legale, l'avvocato Giuseppe Congiunti -. Ora aspettiamo i rilievi della polizia scientifica e gli altri accertamenti in corso e poi chiariremo tutto... ».
La posizione del ristoratore comunque si è aggravata quando si è scoperto che la Genta viveva in un appartamento di proprietà del Properzi e soprattutto quando è stata sentita una amica della vittima, Cinzia Sotis. Quest'ultima aveva accompagnato Concetta al ristorante del Properzi (che si chiama «La locanda del cavaliere che non c'è») per un chiarimento. La ragazza aveva trovato il suo televisore e altre sue cose sul pianerottolo e era andata a chiedere le chiavi al suo padrone di casa per riprendersi altri oggetti personali rimasti nell'appartamento. Il tutto poco dopo le 23 di lunedì sera. La testimone avrebbe dichiarato che tra il ristoratore e la vittima non correva buon sangue: erano in lite da qualche tempo per il mancato pagamento dell'affitto. La situazione, nel corso della discussione, sarebbe precipitata.
La teste, comunque, avrebbe sostenuto di aver visto la scena, sia pure in maniera confusa e non consecutiva nella sua dinamica, da qualche metro di distanza. La polizia avrebbe individuato anche l'arma del delitto: un coltello da cucina, lungo 33 centimetri. E il colpo che ha raggiunto la vittima sarebbe uno solo (a quanto è risultato dall'esame esterno del cadavere), ma terribilmente devastante. Tale da aver provocato una violenta emorragia che nel giro di pochissimi istanti ha causato la morte della giovane donna.
Un particolare però non quadra: l’arma è stata ritrovata, accanto al corpo, pulita. Forse appena lavata.
Ottocento euro di affitto, comunque, ritengono gli investigatori,
non possono aver scatenato, almeno da soli, la rabbiosa aggressione dell'uomo.Su Foligno cade una pioggerellina fitta quando la polizia mette i sigilli al ristorante. Il caso è chiuso? Forse. Resta il dubbio sul movente.
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