La Ue irrompe in bagno e impone l’eco-soffione

A Bruxelles non battono la fiacca. Gli instancabili commissari europei hanno appena smesso di codificare l’esatta lunghezza (rigorosamente a norma Ue) di banane e zucchine, ed eccoli subito al lavoro su un altro fronte cruciale per le sorti del Vecchio continente: il soffione della doccia. Tema scivoloso, certo, ma che non può - e non deve - essere lasciato a bagnomaria. Del resto l’estate si avvicina, e col caldo la questione-soffione diventerà scottante. Milioni e milioni di europei sentiranno (almeno si spera) l’esigenza di rinfrescarsi sotto la doccia più volte al giorno. Ma qui nascono i problemi. Se infatti «docciarsi» è (dovrebbe essere) un’attività umana piacevolmente normale, non è così invece sul fronte dello «spreco energetico». «Con l’equivalente di una doccia - spiegano gli esperti Ue dell’Ae (Acquedotto europeo...) -, in Africa si lava un villaggio intero». Ma visto che portare l’acqua nel terzo mondo è impresa ardua, la Commissione europea ha ripiegato su una misura decisamente più semplice: ridurre l’ampiezza dei buchi dei soffioni (altrimenti detti doccini), sperando così di limitare lo scialacquamento idrico. Idea giusta, per carità; ma converrete che partire dal soffione è bizzarro assai...
Eppure le cose stanno proprio così. La conferma viene dal settimanale Der Spiegel: «Dopo le lampadine elettriche, abolite con un decreto dell’Ue dal 1° settembre scorso, ad avere i giorni contati sono adesso anche i soffioni delle docce». Secondo il giornale tedesco «la Commissione europea sta lavorando (numerosissime, pare, le riunioni di «gabinetto» ndr) a un piano per far sostituire in tutta Europa i bracci delle docce attuali, i cui soffioni dovrebbero essere sostituiti da altri con buchi più piccoli e con un getto minore, in modo da far uscire meno acqua calda e ridurre di conseguenza i consumi energetici».
Ma nel mirino delle autorità di Bruxelles figurerebbero anche altri oggetti e prodotti di uso casalingo, come i rubinetti dell’acqua, porte, finestre, detersivi e materiali per l’isolamento degli edifici.
Le prime reazioni negative sono arrivate da Frank Koos, dell’Associazione tedesca dei produttori di infissi (gente, notoriamente, piuttosto spigolosa ndr), secondo il quale «la valutazione delle perdite di energia attraverso le finestre esistenti è di difficile valutazione, poiché il fabbisogno di energia negli appartamenti è diverso in estate e in inverno, con differenze rimarchevoli tra il Nord e il Sud dell’Europa». Spiegazione avvincente quasi quanto un’analisi calcistica di Giampiero Mughini.
Intanto già dalla metà del prossimo aprile entreranno in vigore norme restrittive sull’illuminazione degli uffici e di quella stradale, mentre a luglio la regolamentazione riguarderà anche frigoriferi e congelatori. Inquietanti indiscrezioni giungono pure su un altro tema di stringente attualità: la potenza idrica dello scarico del wc (insomma, lo sciacquone).
Secondo una scuola di pensiero Ue, ogni volta che tiriamo la catena del gabinetto, sprecheremmo troppa acqua; ragion per cui urge ridurre la portata della «cascata» interna al vaso.

Di fronte a questa «ondata» di norme, in arrivo il deputato liberale Holger Krahmer parla già di una «eco dittatura» di Bruxelles, mentre recentemente l’ex presidente tedesco Roman Herzog aveva assestato un’altra pesante bacchettata: «Per le autorità europee i cittadini sono considerati alla stregua di minorenni sprovveduti ai quali bisogna spiegare come comportarsi».
Soprattutto in bagno.

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