Ultimo fango sul premier Ora spunta pure la droga

Il nome del premier comparirebbe di striscio in un’inchiesta su un giro di cocaina Il filone stupefacenti è stato già battuto a Milano e Palermo, le procure che accerchiano il premier

Ultimo fango sul premier 
Ora spunta pure la droga

Le violazioni al codice penale, una più una meno, gliele hanno contestate tutte. Mancava solo la prostituzione minorile. E puntuale è arrivata. Ma ora che a Silvio Berlusconi hanno appiccicato anche questa accusa - che seppur infamante potrebbe non bastare a buttarlo giù - ecco allo studio il colpo finale: la droga. I segnali più evidenti dell’accerchiamento coordinato delle procure storicamente più antiberlusconiane arrivano dall’inchiesta milanese, e prima ancora dalle perle testimoniali regalate ai pm di Palermo da due escort in contatto con Arcore. L’ultimo warning si è acceso invece a Napoli dove la procura locale - nota per le intercettazioni Saccà-Berlusconi - fa trapelare la notizia d’essersi imbattuta nel presidente del Consiglio in un’inchiesta su un traffico di banconote false e cocaina.
Il nome del premier spunterebbe di striscio, per alcuni sms inviati della showgirl S.T. intercettata solo perché ascoltata al cellulare di un personaggio vicino a Fabrizio Corona, a sua volta in contatto con un soggetto della criminalità campana monitorato da tempo con intercettazioni e pedinamenti. Tanto è bastato per eccitare i pubblici ministeri campani e accendere i riflettori su un filone di terzo livello, snobbato fino a ieri. Contatti e scambi informativi sono stati avviati con la procura di Milano, che ha in mano l’ossatura dell’inchiesta-madre contro Berlusconi. Di droga si è parlato diffusamente col doppio deposito degli atti alla giunta per le autorizzazioni a procedere. All’apparenza in modo indiretto, con l’arresto per traffico di droga del moroso della stellina Maria Ester García Polanco, detta «Marystelle» perquisita dalla polizia su disposizione del pm Boccassini. Bloccato il 3 agosto dalla polizia, il fidanzato della Polanco (condannato a 8 anni per spaccio e detenzione di droga) si trovava nella Mini verde della consigliera regionale del Pdl, Nicole Minetti, indagata per aver organizzato gli incontri nella villa del premier. E un successivo controllo negli scantinati del residence Olgettina ha portato al sequestro di svariati chili di cocaina, comunque riconducibili - stando alla procura - a spacciatori legati a Polanco. Che c’entra Berlusconi? All’apparenza niente. Però c’è una telefonata che interessa tanto i magistrati, quella della Minetti a Barbara Faggioli: «Quella deficiente gli ha prestato la mia macchina» afferma la prima, rassicurata dalla seconda che le consiglia di sporgere denuncia dicendo che le hanno rubato l’auto. «Me lo ha detto Lui». Quel Lui, per gli inquirenti, sarebbe Berlusconi. E che dire della pentita Perla Genovesi, sotto inchiesta per narcotraffico a Palermo che per una trentina di volte, a partire dal 2003 - sottolineano i magistrati - ha «contattato» Villa San Martino. Informative dei carabinieri sospettano che la merce trattata da Perla su Milano e dai suoi amici sia la droga. Perla a verbale fa il nome della Macrì, la escort più volte intervistata ad Annozero che giura non solo d’aver avuto rapporti sessuali con Silvio Berlusconi ma di aver visto droga quando il premier la invitò in Sardegna: «Questo si verificò prima del terremoto, verso Pasqua. Nella villa in Sardegna eravamo 25 ragazze. Nelle stanze c’era dell’erba da fumare, che veniva trasportata con il jet privato del presidente (...). A ogni ragazza venivano offerti un paio di spinelli, ma non ho mai visto Berlusconi fumare “erba”...».

Di stupefacenti in Sardegna si parla nell’inchiesta barese su Tarantini, e non è un caso che molti nomi di allora tornano diffusamente oggi, e non solo nelle agende di presunte squillo o di ragazze immagine intercettate per le serate di Arcore.

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