Unicredit: Varsavia sembra pronta ad aprire il dialogo

Il viceministro del Tesoro sulla fusione tra Pekao e Bph: «C’è spazio per un accordo». Positivo il titolo in Borsa: +2,21%

da Milano

Il governo polacco ribadisce le minacce contro Unicredit sul caso Pekao-Bph. In visita a Bruxelles per perorare la causa di Varsavia presso la Commissione europea il vice ministro del Tesoro Pawel Szalamancha non si è risparmiato: se entro tre mesi la banca guidata da Alessandro Profumo non cederà Bph, acquisita grazie alle nozze con la tedesca Hvb, il governo annullerà la vendita di Pekao, restituendo agli italiani i soldi pagati per la privatizzazione nel 1999.
Parole dure che avrebbero fatto, però, un altro effetto se Szalamancha non fosse stato ben attento a equilibrarle con un chiara offerta di dialogo. «Lo spazio per un accordo c’è», ha detto. «A patto che si discuta seriamente. Finora non c’è stato un approccio serio, non ci hanno trattato in maniera adeguata». Secondo le valutazioni di molti analisti Varsavia tenterebbe di ottenere, in cambio del via libera all’operazione, una diminuzione del numero degli esuberi preventivati e un ruolo di primo piano della consociata polacca nella strategia di Piazza Cordusio. Varsavia dovrebbe insomma diventare la sede centrale del nuovo gruppo per quanto riguarda l’Europa dell’Est, o almeno per l’area più vicina alla Polonia: stati baltici e Ucraina. Un impegno che però si scontrerebbe con quello assunto da Unicredit in Austria.
A indebolire la posizione negoziale del governo di Varsavia (la banca centrale polacca esaminerà la questione l’8 marzo) ci sarebbe, secondo gli osservatori di cose comunitarie, l’atteggiamento dei commissari coinvolti, quello al mercato interno Charlie McCreevy, e quello alla concorrenza Neelie Kroes: la loro opposizione alle tendenze protezionistiche dei diversi governi è nota. Bruxelles ha chiarito nei giorni scorsi che il ricorso presentato lunedì da Varsavia alla Corte di Giustizia Ue sul via libera alla fusione Unicredit-Hvb non ha effetti sospensivi sulla decisione. Non solo. Uno dei portavoce della Commissione ha anche detto che la clausola di non concorrenza (alla quale il governo polacco si richiama contro Unicredit), sottoscritta dagli italiani ai tempi dell’acquisizione di Pekao, non potrebbe avere influenza sul giudizio comunitario.


A valutare positivamente le notizie di giornata è stata la Borsa che ieri ha premiato Unicredit con un rialzo del 2,21% tra scambi intensi. La seduta è stata favorevole a tutti i bancari ma l’apertura al dialogo emersa dalle parole di Szalamancha sembra un buon segnale per l’avvio delle trattative:

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