Vacanze fallite, 20mila in coda per strappare un risarcimento

Sono arrivate a oltre ventimila le domande di risarcimento per il fallimento dei Viaggi del Ventaglio. In vista dell'udienza di verifica dei crediti il crac da 200 milioni di euro della società quotata in borsa ha partorito una sfilza di class action promosse da decine di associazioni dei consumatori che a conti fatto raggiungono le oltre 20mila richieste risarcitorie. La società era stata dichiarata fallita il 15 luglio scorso dal Tribunale di Milano. Il poderosissimo procedimento è stato diviso per semplicità in tre tronconi. Il primo è il fallimento Viaggi del Ventaglio: l'udienza di verifica dei crediti è stata fissata per il 19 gennaio 2011 alle ore 10.00. Per poter chiedere il risarcimento è necessario inoltrare le domande di insinuazione al passivo entro il 18 dicembre 2010. Poi c'è il fallimento dei Viaggi del Ventaglio Resorts- Ventaglio Real Estate per il quale l'udienza di verifica dei creditti è stata fissata per il 17 novembre 2010 alle ore 9.30. E infine il fallimento Ventaclub per il quale l'udienza si terrà il 6 dicembre. Ma chi sono i creditori che hanno tempo ancora un mese per presentare la propria richiesta di indennizzo?
«Sono tantissimi - spiega Francesca Pinciroli, avvocato della Casa del consumatore - a partire da quegli azionisti che hanno sottoscritto titoli per salvare la società, ormai fallita, acquirenti di pacchetti viaggio che ormai non valgono più niente, fornitori commerciali che vantano crediti. Come associazione di cosumatori abbiamo avviato una class action di oltre 500 clienti di Viaggi del Ventaglio. La tipologia è varia: c'è chi ha perso 500 euro per la caparra di un viaggio annulato, ma anche chi di soldi ne ha perduti molti di più. Abbiamo creditori che vantano 90-100 euro di crediti. Persone che avevano acquistato pacchetti viaggio di intere settimane per più anni oltre che titoli della società. Perché una cosa va detta - continua l'avvocato - fino al giorno prima del fallimento nessuno dei clienti ricorda inconvenienti o viaggi da dimenticare. Al contrario: tutti ricordano servizi impeccabili e la sensazione di avere a che fare con una società seria. Tanto da investirci i propri risparmi».
La famiglia Colombo, proprietaria della società, aveva fino alla fine sperato nel salvataggio, avviando una procedura di concordato, ma i giudici della seconda sezione civile del tribunale fallimentare di Milano hanno bocciato le soluzioni proposte dai liquidatori della società. «Al momento in tribunale si sono presentate ventimila richieste risarcitorie» - spiegano gli addetti ai lavori della sezione fallimentare del Tribunale di Milano. In realtà i creditori potrebbero essere molti di più. «Certo, ma alcuni hanno deciso di tirarsi indietro e non proseguire - spiega l'avvocato Pinciroli -. Quelli che hanno perso mille, duemila euro spesso lasciano. I tempi sono lunghi e molti preferiscono rinunciare».
Non solo, ma la recente esperienza del fallimento di Todomondo insegna, purtroppo, che le speranze di recuperare qualcosa sono remote.

Il pm Luigi Orsi ha avviato intanto anche un'indagine per truffa contro ignoti per capire se qualcuno della società, già in concordato preventivo e in mano al commissario giudiziale Giuseppe Verna, abbia commesso qualche illecito a danno dei creditori.

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