Le vacanze a tutto sesso dei nostri adolescenti

Le inchieste del "Giornale". La sexy beach a Marina di Ravenna è la meta preferita degli under 16. La nostra cronista ci ha passato una notte. Piccante

Le vacanze a tutto sesso 
dei nostri adolescenti

nostro inviato a Marina di Ravenna

«Ti va un tiro? Poi magari ci facciamo due chiacchiere». Ai piedi di una grande duna di sabbia, un po’ distante dal frastuono della discoteca e a due passi dalle onde del mare, si fa presto a trasformare un giro di canna e due chiacchiere in qualcosa di più. In un incontro bollente, un amplesso consumato in pochi minuti da perfetti sconosciuti. Protagonisti sono ragazzini fra 15 e 20 anni, che sulla spiaggia si conoscono, scambiano poche parole per poi appartarsi fra i cespugli di macchia mediterranea che lasciano un po’ di privacy nonostante la bolgia. Come moderni figli dei fiori.
Le hanno ribattezzate le spiagge del sesso, sono i bagni di Marina di Ravenna - a una manciata di chilometri dalla più nota Milano Marittima -, lidi come molti altri che dal tramonto in poi si trasformano in locali dove musica, alcol e sesso sono oggetti da scegliere e consumare al volo, come un drink al bar. Passeggi lungo il bagnasciuga e vedi decine di ragazzini «imboscati». All’inizio della serata nascosti appena dalle dune di sabbia, poi, man mano che il tasso alcolico sale, tranquillamente in riva al mare. Li scavalchi per procedere, tanto loro non ci fanno caso. In qualche caso devi aggirare capannelli di coetanei che, di fronte alle scene più piccanti, lanciano scommesse sulla durata degli amplessi. Neanche fossero in sala corse. «Cinque euro che non vanno oltre i 10 minuti», dice un ragazzino sui 17 anni. «Ma vah, per me ci mettono meno», risponde l’amico. E via così, fra spiccioli che passano di mano in mano e risatine sommesse.
Scene come questa si ripetono da molti anni, da quando i surfisti che si davano appuntamento in spiaggia hanno lanciato la moda di organizzare falò e feste a tema, scimmiottando gli eccessi da college movie americano. I giovani di mezza Italia affollano questi bagni per tutta l’estate, attratti dalla prospettiva di passare qualche ora in totale libertà. Dopo la tintarella, infatti, arriva l’happy hour. Con le prime birre e i balli sfrenati sotto l’ombrellone. Poi, dalle 21 in poi il ritmo sale, come il numero di cocktail consumati in riva al mare. E allora fare amicizia, approcciare il ragazzo o la ragazza timidamente ammiccanti fino a un attimo prima, diventa più facile. Basta offrire un drink o, magari, un tiro di spinello. Nessuno sembra farsi molti problemi. Come un giovane con l’accento di Bologna sui diciotto anni. È seduto ai piedi di una duna di sabbia, sulla quale decine di pusher magrebini offrono qualunque tipo di sostanza. Sta lì con i suoi amici. Pronto a dare informazioni a chiunque voglia comprare fumo o cocaina. «Se hai paura ad andarci da sola ti accompagno io». Prova ad approcciare una ragazzina in minigonna e top. Lei ci sta. «D’accordo, andiamo insieme così magari ci facciamo pure due tiri». Due chiacchiere in riva al mare. Poi via, nell’oscurità delle dune di sabbia.
Qualche coppia approfitta del mare calmo e caldissimo e si butta in acqua senza vestiti. Un tratto di spiaggia di almeno due chilometri è, insomma, a completa disposizione di centinaia di adolescenti. Non sono da meno le pinete, che separano il mare dalla strada, quel viale delle Nazioni lungo il quale negli anni più recenti si sono concentrate le «manovre anti sballo» delle autorità locali. Che però non sono riuscite a sottrarre a Marina di Ravenna il fascino del proibito. E la trasgressione, infatti, qui la percepisci ovunque. Ti inoltri in pineta e fra gli alberi vedi decine di corpi avvinghiati. Vai sulla pista da ballo e non riesci a trovare un solo ragazzo sobrio. Ti spingi sulla sabbia a ridosso degli ombrelloni di paglia e vedi giovani devastati dall’alcol. Infine ti allontani verso l’acqua, dove chi non è ancora del tutto ubriaco sa di poter trovare sesso facile, offerto da ragazzi e ragazze che a Marina di Ravenna vengono apposta. Magari dopo aver raccontato ai genitori di un tranquillo campeggio.
Il fenomeno è noto. Tanto che sul Web viaggiano gli avvertimenti: «Quando vi andate a imboscare sulle dune portate con voi borse e zainetti». Non è raro, infatti, che altri giovani approfittino della distrazione dei coetanei per derubarli di tutto, vestiti compresi. Del resto, i controlli sono quasi inesistenti. Motivo per cui questi bagni sono preferiti a quelli più «organizzati» del Marano, a Riccione, dove l’ingresso è sempre gratuito, ma l’approdo al mare e l’utilizzo della battigia sono vietati dopo il tramonto. E dove appartarsi è quindi molto più difficile. «Ci devi andare assolutamente - il consiglio di una ragazzina su un forum -, è un posto alla buona, non ci sono “fighetti” e ti puoi fare un sacco di ragazzi. Non mi sono mai divertita così tanto in vita mia... altro che Rimini e Riccione, è qui la festa...».
Mentre la musica incalza, sulla sabbia di Marina di Ravenna le coppie nate per caso sono ormai tantissime. A questo punto ignorarle è davvero difficile. Sono tutti giovanissimi, la maggior parte ubriachi o sballati dal fumo. Intanto le scommesse incalzano. Tre o quattro ragazzini in cerchio rilanciano mentre i loro amici, impegnati nell’amplesso, non ci fanno neanche caso.
A mezzanotte in punto, dopo l’immancabile «Romagna mia» e l’inno di Mameli, musica e luci vengono spente. Un’ordinanza del Comune obbliga i gestori a chiudere i locali. Molti giovani vanno via, per continuare la serata negli «Street bar», ovvero le discoteche che si affacciano su un tratto di strada chiusa al traffico poco distante dal lungomare. Altri decidono di fermarsi sulla spiaggia, per continuare a divertirsi e fare il bagno ormai del tutto avvolti dall’oscurità. Fino alle prime luci del mattino la battigia è disseminata di giovani stesi sulla sabbia. Che solo a sbronza e sballo passati tornano a dormire nelle proprie tende canadesi.

È il momento di lasciare il posto agli ombrelloni, alle famiglie, ai bambini armati di secchiello. Nessuno si lamenta per i preservativi abbandonati sulla sabbia. Non ce ne sono: da queste parti il sesso sicuro è una chimera.

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