La Val d’Orcia, «terra di vento e di deserto»

Così il poeta Luzi definì quest’angolo di Toscana passato in pochi decenni dalla bellezza inospitale al turismo d’élite

Laura Gigliotti

Quando negli anni Venti Iris Bayard e Antonio Origo, appena sposati, acquistarono la tenuta della Foce vicino a Montepulciano, 1400 ettari in una delle zone più povere della provincia di Siena, scoprirono «un altopiano nudo e spazzato dal vento», un rivolo d’acqua, alcune montagnole d’argilla e qualche mulo che procedeva lentamente. Ma in pochi anni trasformarono la casa in una comoda villa, circondata da un grande giardino di gusto italiano e stile inglese, dissodarono i campi, piantarono i vigneti, restaurarono le case coloniche, piantarono i cipressi, crearono asili e ambulatori per i loro lavoranti. Di quella stagione pioneristica della marchesa Origo rimangono le opere e il ricordo negli anziani del posto anche oggi che la severa e aspra Val d’Orcia è diventata meta del turismo d’élite.
Montalcino con la vicina abbazia di Sant’Antimo e il famoso Brunello, il vino che ora ha anche un museo voluto da Stefano Cinelli Colombini della Fattoria dei Barbi, San Quirico d’Orcia, la sua Collegiata e i suoi oliveti, Radicofani e la sua Rocca, Pienza, la città dell’utopia rinascimentale realizzata da Bernardo Rossellino per Pio II Piccolomini, Montepulciano paese natio di Poliziano e regno del Vino Nobile, Bagno Vignoni e Bagni San Filippo, apprezzati per le loro sorgenti termali fin dall’antichità e frequentati da Santa Caterina e da Lorenzo il Magnifico, Monticchiello e il teatro povero insieme a tanti centri minori, a castelli, torri di segnalazione e rocche, tutto questo è la Val d'Orcia, punteggiata di cipressi lungo i sentieri e da poco dichiarata patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. Una consacrazione della specificità e originalità di un territorio, il Parco della Val d’Orcia, attraversato dalla via Francigena e in cui natura e cultura vivono in armonia con le tradizioni e il turismo.
Terra generosa di vini, oli, cacio, finocchiona e zafferano la Val d’Orcia.

Dove anche gli agriturismi sono di qualità e sensibili a non compromettere o alterare il magico equilibrio: vecchie case coloniche perfettamente ristrutturate e fornite di tutti i comfort, fascinose dimore gentilizie al centro di paesi ricchi di storia in tutta la valle e ai suoi margini, passeggiate a cavallo tra le crete senesi, corsi di cucina, visite a antichi e rari frantoi. Sono anche queste attrattive della Val d’Orcia, «terra di vento e di deserto» secondo le parole del poeta Mario Luzi. Su internet www.parcodellavaldorcia.com.

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