Valeria Golino non esce la sera perché torna in carcere

L’attrice protagonista del film di Piccioni: "Ho accettato questo ruolo ancor prima di leggere la sceneggiatura". Nel cast Valerio Mastradrea che cerca di fare breccia nel suo cuore malato

Valeria Golino non esce la sera perché torna in carcere

Roma - Questa sì che è una novità: Valeria Golino canta, neanche male. La sua voce roca, dal timbro inimitabile, si sposa piacevolmente a quella dei Baustelle in Piangi Roma, composta per Giulia non esce la sera, da venerdì nelle sale. Lei è la prima a dirsi «stupita»: «Avevo dubbi, anche un po' di paura, ma la musica è tentatrice. Tanto sapevo che la canzone sarebbe finita sui titoli di coda, sicché uno poteva anche andarsene senza ascoltarla tutta».

Riccioluta e in splendida forma, la 43enne attrice napoletana è la Giulia del titolo. E se non esce la sera è perché, in libertà vigilata dopo aver ucciso l'uomo per il quale mollò marito e figlia, ogni notte dorme in prigione. Giulia è scontrosa e scorticata, segnata dalla tragedia personale, immersa in una sorta di vuoto incolmabile, a un passo dall'amnesia volontaria. «Io non mi perdono, io non ho diritto a niente», confessa. Nel film di Giuseppe Piccioni fa l'insegnante di nuoto. Non vorrebbe dar confidenza allo scrittore di medio successo Guido Montani, cioè Valerio Mastandrea, che si presenta in piscina al posto della figlia svogliata. «Io so stare a galla», fa lui. Lei sulle prime lo tratta rudemente. L'uomo tiene duro: alle prese con un trasloco che rinvia, un libro che non viene e una moglie che non desidera più, trova sollievo nell'esercizio fisico. Raggiunge le 25 vasche: e a quel punto strapperà un sorriso alla donna misteriosa, incerta se chiudersi in se stessa o aprirsi alla gentilezza inattesa.

Film atipico nel panorama italiano, anche per l'inserimento di visioni e fantasie che rispecchiano il mondo interiore dello scrittore a un passo da un premio simil-Strega, Giulia non esce la sera è interamente costruito sull'espressività e la presenza di Valeria Golino. Non a caso l'attrice disse subito sì, senza neanche leggere il copione: «Forse un po' incautamente», scherza, alludendo al vivace rapporto dialettico intrattenuto sul set con Mastandrea. Due interpreti esigenti, di forte carattere e piglio «interventista», non deve essere stato facile per Piccioni governarli. Dice il regista: «Valeria ha un'eleganza ineliminabile, una sensualità difficile da appannare. Bastava poco, un vezzo nell'acconciatura, un suo portamento istintivo, per farne riemergere la presenza scenica». Per prepararsi al ruolo, l'attrice ha incontrato, «con un certo pudore», alcune detenute del carcere femminile di Velletri. «M'è servito per far sentire dov'era Giulia ogni volta che non la vediamo», rivela, aggiungendo però di aver trovato quel carcere «molto umano, non dico gradevole, ma a suo modo accogliente, popolato di persone affettuose, di bambini che stanno lì fino a tre anni».

Ormai specializzata in ruoli da

eroina romantica, fragile e combattiva insieme, l'attrice si prenderà una vacanza brillante girando L'uomo nero con Sergio Rubini. Poi si vedrà. Ha un fidanzato amoroso, Riccardo Scamarcio. E forse un figlio da fare insieme.

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