Becciu risponde a Milone: "Contro di me infami insinuazioni"

Contattato da IlGiornale.it, in una dichiarazione esclusiva il cardinale sardo contesta le illazioni sulla morte di George Pell e contrattacca: "Interverranno gli avvocati"

Becciu risponde a Milone: "Contro di me infami insinuazioni"

Il cardinale Angelo Becciu, da noi contattato, rompe il silenzio e lo fa in una dichiarazione rilasciata in esclusiva a IlGiornale.it per rispondere alle accuse di Libero Milone, l'ex revisore dei conti vaticano allontanato dal suo ruolo nel 2017. Su nostra richiesta, l'ex Sostituto della Segreteria di Stato interviene per la prima volta a proposito dei sospetti sulla morte del cardinale George Pell, già prefetto della segreteria per l'economia, lanciati nei giorni scorsi in un articolo del "The Australian" a firma Paola Totaro con le dichiarazioni di Milone secondo cui "la sua morte rimane tuttavia avvolta nel mistero" e i riferimenti alla presunta opposizione dell'allora monsignore sardo contro le riforme finanziarie caldeggiate dal porporato australiano e dall'ex revisore.

Parla Becciu


Becciu non ci sta ad essere tirato in mezzo alle accuse di Milone. Nella dichiarazione a IlGiornale.it contesta quelle che definisce le "fantasiose e macabre ricostruzioni ad insinuare persino che il sottoscritto – ormai descritto abitualmente come il corrotto per antonomasia della Curia romana – possa essere in qualche modo coinvolto nella morte, da loro evidentemente giudicata non naturale, del Cardinale George Pell" riportate da "alcuni giornali e diversi siti, sopratuttto anglofoni". L'articolo australiano, a cui ne sono seguiti altri nel mondo anglosassone, ha parlato delle voci sullo stato del corpo dell'ex arcivescovo di Sydney dopo la morte avvenuta per arresto cardiaco nel gennaio 2023 e dei presunti misteri che aleggerebbero sul tragico evento, ma anche dei suoi contrasti con Becciu ai tempi della loro coabitazione in Curia e del ruolo che l'ex Sostituto avrebbe avuto nell'allontanamento di Milone. A IlGiornale.it, Becciu dice che "in questi giorni è partita una nuova e squallida campagna mediatica di demonizzazione della mia persona". Nella dichiarazione, il porporato di Pattada afferma: "Addolora poi, che tra queste testate vi siano anche taluni siti cattolici ad avvalorare simile nefandezza".

Il presule sardo, inoltre, sottolinea le parole di sabato, sempre sul "The Australian", del fratello del defunto cardinale secondo cui, per i suoi problemi cardiaci, Pell sarebbe stato "una bomba ad orologeria". Becciu ci scrive che le parole del "signor David Pell, richiamano al buon senso i sostenitori di questa tesi assurda ed offensiva", ricordando che "già all’inizio del mio 'calvario' ero stato additato quale responsabile delle accuse in suo danno almeno fino a quando il processo in Vaticano ha documentalmente dimostrato che erano frutto di fantasia. Evidentemente non è bastato". Il riferimento è alle accuse di un suo presunto ruolo nel pagamento di un testimone nel processo australiano per abusi contro il suo confratello cardinale che si concluse con il proscioglimento da parte dell'Alta Corte nel 2020. Questa tesi, diffusa nel 2020 da diversi giornali, si concentrava sull'esistenza di alcune somme inviate dalla Segreteria di Stato in Australia e che in realtà, come poi confermato nel processo vaticano dal cardinale Segretario di Stato Parolin, servirono per la registrazione di un dominio internet.

Violenza mediatica

Becciu lamenta di essere vittima di una vera e propria "violenza mediatica" da "ormai quattro anni" e chiama in causa "il dovere di uomo - e ancor di più di cristiano - di rendere testimonianza alla verità e il rispetto per la memoria del Cardinale Pell" che "mi impongono di ribellarmi e respingere con sdegno queste insulse e infami insinuazioni e strumentalizzazioni". "Non solo - aggiunge il cardinale - ma ho già dato mandato ai miei avvocati di intervenire, avvalendosi delle norme di legge, a tutela del mio buon nome a chiunque continuerà a dar corpo a queste scoperte menzogne".

Non è la prima volta che Milone, promotore anche di una causa civile in Vaticano per richiedere un risarcimento per il suo allontanamento del 2017, punta il dito contro l'ex Sostituto, individuandolo come l'oppositore delle riforme che lui e l'allora prefetto australiano stavano portando avanti nelle finanze vaticane. Una versione respinta da Becciu che, da noi interpellato sul punto, afferma che "nel merito di quanto dichiarato per l’ennesima volta dal dott. Milone ho l’obbligo di respingere con fermezza tutte le accuse che da vari anni ripete fino alla noia nei miei riguardi". Nella sua dichiarazione a IlGiornale.it, il cardinale entra nel dettaglio delle accuse mossegli dall'ex revisore: "è falso che io nel 2017 abbia fatto pressione su di lui e sul dott. Ferruccio Panico, suo antico collaboratore, per dimettersi dai loro incarichi". L'ex Sostituto sostiene di aver solo dato comunicazione al diretto interessato di una decisione del Papa e nega anche, come invece sostiene Milone, di essere il responsabile dell'annullamento dell'accordo con la società PricewaterhouseCoopers per la revisione esterna dei conti della Santa Sede. Scrive il cardinale: "Io, su espresso e preciso mandato, ho ricevuto il dott. Milone da solo e non con altri e mi sono limitato a comunicargli, con gentilezza e pacatezza, che il Santo Padre non aveva più fiducia in lui". Per quanto riguarda la revoca dell'incarico a PwC che in un comunicato della Sala Stampa della Santa Sede del 26 aprile 2016 veniva attribuita a dubbi circa "alcune clausole del contratto e le sue modalità di esecuzione'", Becciu contesta la versione riportata nell'articolo del "The Australian" e scrive che "è falso (...) che vi sia io dietro la revoca dell’incarico alla PricewaterhouseCoopers (PwC). Se il dott. Milone ne è convinto mi mostri la lettera di disdetta di quegli accordi e soprattutto la firma in essa apposta. Se non è in grado di farlo, perché non fui io ad interrompere il rapporto, le sue affermazioni, vere e proprie illazioni ingiustificate, si rilevano false e diffamatorie".

Per Becciu, inoltre, "è falso e grottesco (...) affermare" che le "reiterate richieste" di Milone "di udienza con il Papa fallirono a causa della mia opposizione". "Il dott. Milone - sostiene il porporato sardo - dovrebbe sapere bene che il Santo Padre non ha bisogno del permesso di nessuno per dare udienza a chiunque Egli voglia incontrare".

Il rispetto per Pell

La dichiarazione di Becciu riflette l'insofferenza per quelle che, non a caso, chiama le "accuse che da vari anni ripete fino alla noia nei miei riguardi" l'ex revisore. Di altro registro, invece, è il tono nei confronti del suo confratello Pell: il cardinale sardo, infatti, pur ammettendo "contrasti con lui" ai tempi del comune lavoro in Curia, sostiene che "non riguardavano le riforme". Al contrario, Becciu sembra infastidito da chi esaspera l'antica differenza di vedute con l'ex arcivescovo di Sydney e ci scrive che "le mie cosiddette opposizioni alle riforme sono assolute falsità costruite ad arte da chi in questi ultimi quattro anni ha avuto interesse a dipingermi come nemico del cardinale Pell".

Rispondendo a IlGiornale.it, il cardinale sembra voler chiarire una volta per tutte la natura dei rapporti con il porporato australiano. Scrive, infatti, che "è falsa l’asserzione di una mia presunta opposizione alle riforme propugnate dal Cardinale George Pell" e spiega le sue ragioni: "non ne avevo titolo né potere. Come Sostituto dipendevo direttamente dal Cardinale Segretario di Stato e dal Papa. Solo da Loro potevo ricevere istruzioni sulle modalità di governo della Prima Sezione della Segreteria di Stato di cui ero il Responsabile. Solo Loro potevano autorizzarmi a fare cambiamenti di gestione dell’Ufficio, ma mai ricevetti alcunché in tal senso". E per avvalorare quest'affermazione, Becciu ricorda che "anzi, con Rescritto del 5 dicembre 2016, il Santo Padre confermò la prassi fino ad allora seguita". Dunque, il cardinale sardo smentisce di esser stato contrario alle riforme di Pell, pur ammettendo: "non mancai di far presente che, malgrado le nuove riforme, le uscite di spesa della Santa Sede non accennavano a diminuire" ma aggiungendo che "se qualcuno si opponeva alle riforme non ero certo io!".

Parole di rispetto nei confronti dell'ex prefetto della segreteria per l'economia si notano anche quando il cardinale ricorda: "ad onor del vero devo riconoscere che il Cardinale Pell, qualche mese prima di morire, prese le mie difese giudicando il procedimento giudiziario a mio carico non un 'giusto processo'". Questa posizione venne sostenuta da Pell in un documento pubblicato da Sandro Magister nel suo blog a firma Demos. Solo dopo la morte venne rivelato che dietro al nome "Demos" si celava proprio il porporato australiano. Nella dichiarazione in risposta alla richiesta de IlGiornale.

it, Becciu afferma di aver voluto replicare agli articolo e alle dichiarazioni di Milone anche in "rispetto per la memoria del Cardinale Pell". Si vedrà se ora l'ex revisore, di fronte alla posizione del porporato sardo, rilancerà le accuse riproposte questi giorni.

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