
In occasione della domenica di Pasqua, 35mila fedeli si sono radunati in piazza San Pietro. Papa Francesco ha scritto un'omelia, letta dal cardinale Angelo Comastri che presiede la funzione al posto del pontefice. Attorno alle 12.07, il capo della Chiesa si è affacciato dalla Loggia delle Benedizioni per il tradizionale Urbi et Orbi, la benedizione alla città e al mondo, ed è stato salutato con un'ovazione da parte delle persone radunatesi in Vaticano. "Cari fratelli e sorelle, buona Pasqua", ha dichiarato, invitando poi il maestro delle cerimonie a leggere il messaggio pasquale.
Dopo la benedizione, Francesco è sceso in piazza a bordo della papamobile per un bagno di folla tra i fedeli
La benedizione Urbi et Orbi
"Vorrei che tornassimo a sperare che la pace è possibile! Dal Santo Sepolcro, Chiesa della Risurrezione, dove quest'anno la Pasqua è celebrata nello stesso giorno da cattolici e ortodossi, s'irradi la luce della pace su tutta la Terra Santa e sul mondo intero", è l'auspicio del Papa, nel messaggio affidato a monsignor Diego Ravelli. "L'amore ha vinto l'odio. La luce ha vinto le tenebre. La verità ha vinto la menzogna. Il perdono ha vinto la vendetta. Il male non è scomparso dalla nostra storia, rimarrà fino alla fine, ma non ha più il dominio, non ha più potere su chi accoglie la grazia di questo giorno", prosegue il testo scritto dal pontefice. "Nella passione e nella morte di Gesù, Dio ha preso su di sé tutto il male del mondo e con la sua infinita misericordia l'ha sconfitto: ha sradicato l'orgoglio diabolico che avvelena il cuore dell'uomo e semina ovunque violenza e corruzione. L'Agnello di Dio ha vinto".
Il papa ha anche toccato tematiche di stretta attualità. Sulla situazione a Gaza, ha parlato di un "terribile conflitto continua a generare morte e distruzione e a provocare una drammatica e ignobile situazione umanitaria" e ha fatto un appello alle parti in guerra per un cessate il fuoco, per la liberazione degli ostaggi e per un aumento degli aiuti alla popolazione. Ha anche rivolto un appello per la pace in Ucraina e tra Armenia e Azerbaigian, oltre a chiedere la liberazione di tutti i prigionieri di guerra e politici nel mondo e di evitare un riarmo generale dei Paesi giustificato dalle necessità della difesa. Il pontefice ha inoltre chiesto di portare aiuto alle nazioni colpite dal terremoto in Asia.
L'omelia del Papa: "Cristo non è un eroe del passato"
"Non possiamo parcheggiare il cuore nelle illusioni di questo mondo o rinchiuderlo nella tristezza; dobbiamo correre, pieni di gioia. Corriamo incontro a Gesù, riscopriamo la grazia inestimabile di essere suoi amici. Lasciamo che la sua parola di vita e di verità illumini il nostro cammino", ha letto il cardinale Comastri.
Nel testo dell'omelia il pontefice, che ha seguito la funziona da Casa Santa Marta, ha sottolineato che Cristo "non è più avvolto nel sudario, e dunque non si può rinchiuderlo in una bella storia da raccontare, non si può fare di Lui un eroe del passato", perché egli è "è risorto, è vivo. Bisogna cercarlo e per questo non possiamo stare fermi. Dobbiamo metterci in movimento, uscire per cercarlo: cercarlo nella vita, cercarlo nel volto dei fratelli, cercarlo nel quotidiano, cercarlo ovunque tranne che in quel sepolcro. Cercarlo sempre". Il Papa ha anche sottolineato che Gesù "dimora in mezzo a noi, si nasconde e si rivela anche oggi nelle sorelle e nei fratelli che incontriamo lungo il cammino, nelle situazioni più anonime e imprevedibili della nostra vita. Egli è vivo e rimane sempre con noi, piangendo le lacrime di chi soffre e moltiplicando la bellezza della vita nei piccoli gesti d'amore di ciascuno di noi".
Il pontefice si è soffermato anche sul Giubileo, che "ci chiama a rinnovare in noi il dono di questa speranza, a immergere in essa le nostre sofferenze e le nostre inquietudini, a contagiarne coloro che incontriamo sul cammino, ad affidare a questa speranza il futuro della nostra vita e il destino dell'umanità". Poi, un monito: "Scrostaci, o Dio, la triste polvere dell'abitudine, della stanchezza e del disincanto; dacci la gioia di svegliarci, ogni mattino, con occhi stupiti per vedere gli inediti colori di quel mattino, unico e diverso da ogni altro".
Nell'omelia, il Papa ha sottolineato anche che la speranza "più grande della nostra vita" è "vivere questa esistenza povera, fragile e ferita aggrappati a Cristo, perché Lui ha vinto la morte, vince le nostre oscurità e vincerà le tenebre del mondo, per farci vivere con Lui nella gioia, per sempre".La funzione si è conclusa con le parole del cardinale Comastri, che ha ringraziato Papa Francesco per l'invito a risvegliare la fede in Gesù e ha augurato una buona Pasqua a tutti i fedeli presenti in piazza San Pietro.
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