Neanche da morto lasciano in pace Ratzinger: la "caccia" agli eredi per il processo non è finita

La vittima di un prete pedofilo vuole continuare la causa civile contro Benedetto XVI individuando i suoi eredi. Una sentenza della giustizia tedesca esclude l'obbligo, ma l'avvocato ha già annunciato l'appello

Neanche da morto lasciano in pace Ratzinger: la "caccia" agli eredi per il processo non è finita
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Benedetto XVI non era particolarmente amato da una parte dell'opinione pubblica tedesca. La morte, avvenuta ormai un anno e mezzo fa, non ha fatto sparire del tutto questo sentimento. Emblematica è la vicenda della causa civile intentata contro di lui nell'estate del 2022 da una vittima dall'ex prete Peter Hullermann, condannato nel 1986 per pedofilia e che si era segnalato per episodi analoghi nel 1979 mentre operava nella diocesi di Essen.

Il prete pedofilo

Nel 1980 Hullermann, inviato a seguire una terapia psicoterapeutica in zona, chiese ospitalità all'arcidiocesi di Monaco e Frisinga. Nel corso di una riunione, l'allora cardinale arcivescovo Joseph Ratzinger acconsentì alla concessione di un alloggio ma imponendo che il sacerdote non venisse utilizzato per le attività pastorali. Questo divieto di Ratzinger, tuttavia, non venne rispettato e Hullermann tornò a molestare dei minorenni. Di questa negligenza si assunse la responsabilità l'allora vicario generale Gerhard Gruber, ma una vittima ha ritenuto in ogni caso di portare in tribunale l'ultranovantenne Benedetto XVI per una richiesta di risarcimento danni.

Circa un mese prima di morire, Joseph Ratzinger si era detto pronto a testimoniare nel processo che si sarebbe dovuto tenere nel tribunale provinciale di Traunstein. Una delle ultime amarezze conosciute in vita dal Papa tedesco, costretto a difendersi in una lettera pubblica dopo un "pasticcio" del suo team di collaboratori che avevano negato la sua presenza alla riunione del 1980 nonostante fosse già pubblica da anni. Una difesa che non arrivava nell'ambito della causa civile, successiva, ma per quanto emerso nell'indagine commissionata dall'arcidiocesi di Monaco e Frisinga sui casi di abusi dal 1945 in poi e che riguardavano anche gli anni in cui Ratzinger era stato arcivescovo. Benedetto XVI, ormai Papa emerito, aveva espresso "dolore per gli abusi e gli errori che si sono verificati durante il tempo del mio mandato nei rispettivi luoghi".

La causa civile e l'eredità

L'anziano Pontefice non ha fatto in tempo a dare la sua testimonianza nel procedimento civile intentato contro di lui perché nel frattempo è morto l'ultimo giorno del 2022. Il ricorrente, però, non si è fermato ed ha deciso di portare avanti il procedimento. Morto Ratzinger, l'avvocato della vittima avrebbe voluto chiedere il risarcimento danni ai suoi eredi. Tuttavia, pochi giorni fa il tribunale regionale superiore di Monaco ha smorzato le speranze del ricorrente con una sentenza in cui ha sostenuto di non essere a conoscenza dell' "esistenza di un patrimonio ereditario" di Ratzinger ed ha affermato che la giustizia tedesca non è obbligata a cercare eventuali eredi da coinvolgere nel procedimento civile. Il tribunale bavarese, dichiarandosi esente, ha invitato il ricorrente a rivolgersi alla giustizia vaticana per la ricerca di eredi di Benedetto XVI.

Un'indicazione contestata dall'avvocato che ha giudicato "la sentenza dell'OLG (il tribunale regionale, ndr) di Monaco insufficiente" e che "ignora il fatto che un cittadino tedesco non può accedere a un tribunale ereditario vaticano per nominare un rappresentante in base al diritto vaticano". La vicenda non si chiude qui: il legale, infatti, ha annunciato di voler fare appello e di voler portare la denuncia di frontr alla Corte costituzionale federale tedesca.

Il procedimento civile che incombe ha complicato le cose per la successione di Benedetto XVI e ha reso difficile per i cinque cugini ancora in vita accettare l'eredità rimanente e consistente in una piccola somma su un conto bancario perché le due case di sua proprietà sarebbero già passate all'istituto che porta il suo nome.

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