Pedofilia nella Chiesa, Ratzinger è pronto a testimoniare

Il papa emerito avrebbe dato la sua disponibilità a testimoniare in un processo civile in Baviera per difendersi dall'accusa di aver coperto un prete accusato di abusi

Pedofilia nella Chiesa, Ratzinger è pronto a testimoniare

Il 95enne Joseph Ratzinger è pronto a testimoniare in un processo civile al tribunale provinciale di Traunstein nato da una causa presentata da un uomo che sostiene di essere stato molestato da padre H., pseudonimo giornalistico utilizzato per Peter Hullermann, un ex prete già condannato nel 1986 per pedofilia. È quanto ha svelato oggi un portavoce del tribunale all'agenzia stampa tedesca Deutsche Presse-Agentur (DPA).

Il caso, già emerso nel 2010, è tornato alla ribalta all'indomani della presentazione dei risultati dell’indagine condotta dallo studio legale Westpfahl Spilker Wastl sulla gestione dei casi di abusi nell’arcidiocesi di Monaco e Frisinga, nel gennaio del 2022. Tra i vescovi 'colpevoli' di cattiva condotta secondo i legali era finito anche Ratzinger che in Baviera fu arcivescovo dal 1977 al 1982. In particolare, era finita sotto i riflettori la vicenda di Hullermann che nel 1980, dopo essere stato accusato l'anno precedente di aver costretto un minore a praticargli un rapporto orale, era stato trasferito dalla sua diocesi originaria (Essen) a quella di Moanco e Frisinga per seguire una terapia psicoterapeutica. Prima del trasferimento, padre H. aveva dovuto chiedere il placet dell'arcivescovo, l'allora cardinale Joseph Ratzinger, che era arrivato nel corso di una riunione dell'Ordinariato diocesano. Tuttavia, il via libera arrivò soltanto per la concessione di un alloggio a Monaco e non per lo svolgimento di incarichi pastorali.

La memoria del Papa emerito

Successivamente, Hullermann riprese a svolgere attività di assistenza in una parrocchia contrariamente a quanto stabilito dall'unica concessione fatta da Ratzinger e nell'esercizio di queste funzioni si sarebbe reso responsabile dell'abuso al centro del processo civile per il quale la vittima ha intentato più di 40 anni dopo un'azione civile contro l'allora arcivescovo e contro il suo successore, il cardinale Friedrich Wetter.

Per difendersi dall'accusa di aver coperto il prete pedofilo, il papa emerito aveva già depositato una memoria di 82 pagine con l'aiuto di alcuni collaboratori. Nel documento c'era una svista che aveva costretto Benedetto XVI ad intervenire pubblicamente per respingere l'accusa di aver mentito. L'anziano ex pontefice regnante aveva scritto una lettera nella quale aveva affermato: "ben presto mi troverò di fronte al giudice ultimo della mia vita.

Anche se nel guardare indietro alla mia lunga vita posso avere tanto motivo di spavento e paura, sono comunque con l’animo lieto perché confido fermamente che il Signore non è solo il giudice giusto, ma al contempo l’amico e il fratello che ha già patito egli stesso le mie insufficienze e perciò, in quanto giudice, è al contempo mio avvocato".

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