"Può essere rivisto": l'apertura di Papa Francesco sul celibato

In un intervista al sito argentino Infobae il pontefiche ha aperto a una revisione dell'obbligo del celibato e citando il caso di un religioso di rito orientale sposato e con un figlio

"Può essere rivisto": l'apertura di Papa Francesco sul celibato

In occasione dei dieci anni dall'elezione, Francesco ha rilasciato una serie di interviste tra cui quella al sito d'informazione argentino Infobae che potrebbe riaprire nella Chiesa un dibattito che si pensava chiuso con l'esortazione apostolica post-sinodale Querida Amazonia.

Celibato non obbligatorio

Il tema è quello da sempre scottante del celibato sacerdotale. Nell'esortazione, Francesco non aveva raccolto le istanze emerse nel Sinodo sull'Amazzonia del 2019 e si era limitato ad indicare nella preghiera lo strumento per fronteggiare la carenza di sacerdoti, non menzionando la fine del celibato obbligatorio. All'agenzia argentina, invece, il Papa ha parlato dell'argomento rispondendo "sì" all'intervistatore che gli chiedeva se l'obbligo di celibato per i sacerdoti può essere rivisto in futuro.

"È una prescrizione temporanea, non è eterna come l’ordinazione sacerdotale", ha spiegato Francesco. Inoltre, ha addebitato proprio al celibato una certa tendenza al maschilismo presente nella Chiesa. Un maschilismo che, a detta del Papa, sarebbe presente anche in Vaticano.

Il caso tedesco

L'apertura del Papa ad una revisione dell'obbligo arriva di pari passo con il voto dell'assemblea del Cammino sinodale tedesco che ha approvato la richiesta di "riesaminare il nesso tra consacrazione e obbligo del celibato" inserita in un testo di compromesso dopo che un precedente più estremo non aveva trovato la maggioranza. Quella della revisione dell'obbligo è una delle battaglie che sta più a cuore alla ZdK, il potente comitato dei laici cattolici tedeschi che al tempo stesso sostiene anche l'ordinazione delle donne.

I precedenti

Non è la prima volta che Francesco interviene sul celibato. Più volte, infatti, lo aveva definito "un dono". Anche poco più di un anno fa nel suo discorso inaugurale del Simposio internazionale “Per una teologia fondamentale del sacerdozio” presieduto dall'allora prefetto della congregazione per i vescovi, il cardinale Marc Ouellet - andato in pensione a gennaio per essere sostituito dall'agostiniano americano Robert Francis Prevost - il Papa aveva parlato di un dono che, però, "per essere vissuto come santificazione necessita di relazioni sane, di rapporti di vera stima e vero bene che trovano la loro radice in Cristo".

Una posizione forte sul tema era stata espressa da Bergoglio nel corso della conferenza stampa sul volo di ritorno da Panama nel 2019, quando aveva citato il suo predecessore santo, Paolo VI ed una sua frase pronunciata tra la fine degli anni '60 e l'inizio degli anni '70: "preferisco dare la vita prima di cambiare la legge sul celibato". Per il Papa argentino, quella del suo predecessore fu "una frase coraggiosa". In quell'occasione, inoltre, confessò di pensarla ugualmente a Montini.

Contro la revisione dell'obbligo del celibato, Paolo VI si espresse nella sua enciclica "Sacerdotalis caelibatus" e sulla sua linea si sono tenuti anche Giovanni Paolo II e Benedetto XVI.

Preti sposati

Come ha ricordato Francesco nell'intervista a Infobae, nella Chiesa già esistono preti sposati. Sono quelli delle Chiese cattoliche di rito orientale che vivono comunque in piena comunione con il Papa. Bergoglio ha raccontato al sito argentino: "Qui in Curia ne abbiamo uno - l'ho incontrato oggi -che ha una moglie e un figlio. Non c'è nessuna contraddizione per un sacerdote nel potersi sposare". Per quella che il Papa ha definito "la Chiesa occidentale" il celibato è invece "una disciplina", una prescrizione che, ha detto Francesco, "non so se sia risolta in un modo o nell'altro, ma è temporanea in questo senso". Parole destinate a far discutere e a riaprire il dibattito su un tema da decenni molto caldo all'interno della Chiesa cattolica.

Nella Chiesa cattolica di rito latino c'è

un'eccezione ed è quella degli ex ministri anglicani convertitosi al cattolicesimo ed ordinati sacerdoti in virtù della costituzione apostolica Anglicanorum coetibus promulgata da Benedetto XVI.

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