"Il Pontefice è presente. E ha ancora molto da fare per riformare la Chiesa"

Il cardinale Francesco Coccopalmerio: "Dimissioni? Dipende da lui, giudicherà in piena coscienza"

"Il Pontefice è presente. E ha ancora molto da fare per riformare la Chiesa"
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«Il Papa si è sempre voluto immedesimare con i poveri e i sofferenti: adesso è lui che è convalescente e vive questo momento con umiltà e pazienza». A parlare al Giornale è il cardinale Francesco Coccopalmerio, presidente emerito del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi.

Come ha vissuto il periodo di ricovero del Papa?

«Non mi aspettavo assolutamente che rimanesse in ospedale così a lungo. Credevo che dopo 2-3 giorni fosse riaccompagnato a Santa Marta. Ho vissuto questo periodo come si vive un ricovero di una persona di famiglia, con preoccupazione, ma anche con sollievo quando arrivavano notizie positive. Sentimenti che provi quando è in ospedale un fratello o un padre».

Francesco dovrà restare per due mesi quasi recluso a Santa Marta.

«Abbiamo fiducia che venga curato bene, siamo tranquilli. Certo, c'è desiderio di ricevere notizie con frequenza e sarebbe bello poterlo incontrare. Ora non è ipotizzabile, sarebbe per lui motivo di affaticamento».

Che cosa ha pensato quando l'ha visto domenica scorsa?

«È stata una impressione positiva, si vedeva che c'era quella luminosità che di solito caratterizza l'Angelus. Mi aveva fatto invece molta tenerezza e anche dolore la fotografia diffusa qualche giorno primo. Pur non vedendolo in viso, traspariva la sua sofferenza. Mi aveva addolorato».

Che testimonianza trasmette un Papa che per tre mesi non potrà farsi vedere?

«È la testimonianza che anche un Papa può essere malato e in condizione di sofferenza. È la testimonianza di un malato che è vicino ad altri malati, è fra di loro. Il Papa non è un superuomo, non è al di sopra delle prove umane. E anche lui deve sopportare questo momento di difficoltà, con fede e con pazienza. E lo sta facendo».

Come cambierà il pontificato?

«Non cambierà nulla. Ci sarà un rallentamento nelle attività, alcune cose necessariamente dovranno aspettare. Penso piuttosto ai pellegrini che vengono a Roma per il Giubileo, che hanno una grande voglia di vedere il Pontefice e per loro sarà una sofferenza non poterlo incontrare».

Che Pasqua sarà senza il Papa?

«Sarà certamente un'esperienza diversa. Però sappiamo che il Papa è presente ed è ben sostituito da chi da lui è incaricato».

Il Papa dovrebbe dimettersi?

«Questo dipende da lui, dalla sua valutazione che sarà certamente una valutazione saggia e assistita dallo Spirito Santo. Preghiamo affinché il Signore lo rimetta pienamente nella sua missione apostolica. È lui che deve giudicare in piena coscienza».

Francesco deve portare a termine la riforma della Chiesa.

«Ci sono ancora tante cose da fare. Lui ha aperto dei percorsi».

Tra questi anche il Sinodo. E lei ha scritto un libro proprio sulla sinodalità ecclesiale.

«Sì. E poi sto facendo una rilettura del Documento finale del Sinodo, che essendo molto ampio non può essere presentato ai fedeli così come è, ma deve essere sminuzzato e fatto capire nei suoi valori fondamentali. Mi pare un lavoro utile per una divulgazione pastorale di questo Documento».

Cosa emerge da questo lavoro?

«In primis l'importanza

delle strutture di sinodalità, in modo particolare dei consigli pastorali e in modo speciale dei consigli pastorali parrocchiali. È necessario capire bene il prezioso contributo di queste strutture per la vita della Chiesa».

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