"No alle nozze tra colleghi". E il regolamento dello Ior finisce nel ciclone

Una nuova norma contro l'assunzione di coniugi mette in pericolo le nozze di due dipendenti della banca vaticana

"No alle nozze tra colleghi". E il regolamento dello Ior finisce nel ciclone
00:00 00:00

Diverse aziende vietano o disciplinano le relazioni sentimentali tra colleghi. Se però a farlo è lo Ior, l'Istituto per le Opere di Religione, questa regola non può che fare notizia. Probabilmente nel tentativo di produrre una norma contro il familismo, la leggendaria banca vaticana ha deciso il divieto di assunzione di coniugi. Il problema è che, come è successo anche altre volte in passato, negli uffici del cortile Sisto V è scoccata la scintilla tra due dipendenti che ora vorrebbero sposarsi ma temono di perdere il posto di lavoro per l'applicazione di questa misura. La vicenda sta suscitando curiosità e a tratti amarezza in Vaticano dove tutto ci si aspettava tranne che di vedere dei novelli Renzo e Lucia in un Istituto nato per servire la Chiesa cattolica.

Il matrimonio ostacolato

La vicenda dei due dipendenti dello Ior in questi giorni è stata riportata anche da "Il Messaggero" secondo cui "il caso (per ora unico) è arrivato all'Ulsa, il tribunale del lavoro d'Oltretevere, che non ha ancora prodotto alcuna decisione in merito". L'Ulsa è l'acronimo dell'Ufficio del Lavoro della Sede Apostolica che è competente sulle questioni di lavoro per chi svolge il proprio operato nella Curia Romana, nel Governatorato dello Stato della Città del Vaticano e negli organismi o enti gestiti amministrativamente, in modo diretto, dalla Sede Apostolica. Tuttavia, non c'è da stupirsi che non sia arrivata alcuna decisione in merito visto che, non essendo ancora sposati i due protagonisti, appare piuttosto improbabile che possa effettivamente esserci un procedimento in corso.

Inoltre, di recente l'Istituto Opere Religiose meglio noto come Ior ha conosciuto diversi cambiamenti: il 30 gennaio del 2023 Francesco ha firmato un chirografo che ha rinnovato la struttura ed è uscito insieme al nuovo statuto. Proprio questo documento, all'articolo 2, sembrerebbe smentire la versione fornita da "Il Messaggero" sulla vicenda, spiegando che "l’Istituto ha personalità giuridica canonica pubblica e sede nello Stato della Città del Vaticano. Per eventuali controversie il foro competente è quello dello Stato della Città del Vaticano". Dunque, alla luce di questo fatto la questione dei due colleghi intenzionati ad unirsi in matrimonio non dovrebbe essere materia dell'Ulsa ma del Tribunale vaticano.

Nel pomeriggio, in effetti, a confermare la versione da noi sostenuta è arrivata la nota dell'Ulsa che ha ribadito come "nessuna istanza è giunta in relazione a possibili provvedimenti disciplinari a carico dei dipendenti dello Ior". La nota ha anche precisato, come avevamo evidenziato, che trattandosi di materia relativa al regolamento dello IOR "la competenza esclusiva" è delle Corti dello Stato Città del Vaticano.

Secondo dottrina

Da un lato, quindi, in Vaticano vengono prodotti nuovi regolamenti come quello del personale della Fabbrica di San Pietro che chiedono di "osservare una esemplare condotta religiosa e morale, anche nella vita privata e familiare, in conformità alla dottrina della Chiesa", dall'altro per le regole pensate probabilmente in funzione anti-favoritismo ed anti-familismo si rischia di ostacolare la celebrazione di un matrimonio proprio tra due dipendenti della banca "di casa".

Una situazione sorprendente e che mette in imbarazzo la Santa Sede e lo stesso Papa che mai ha rinunciato a celebrare nei suoi discorsi e nelle sue omelie la bellezza del matrimonio.

Bergoglio ha detto che il matrimonio è "un viaggio impegnativo, a volte difficile, a volte anche conflittuale, ma vale la pena rischiare" ma forse non si aspettava che proprio nella "sua" banca potesse diventare talmente impegnativo da far rischiare il licenziamento ad uno dei due partner.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica