Antonio Signorini
da Roma
Misure una tantum, ma solo per finanziare gli investimenti. Il ministro dellEconomia Giulio Tremonti comincerà a lavorare alla finanziaria solo martedì, ma già cominciano a filtrare i particolari degli «appunti» che da Washington ha inviato in via XX settembre a Roma. Uno dei capitoli più discussi della bozza Siniscalco erano i tre miliardi di euro attesi dalle dismissioni immobiliari. Le cartolarizzazioni previste dalle precendenti finanziarie hanno dato entrate inferiori alle previsioni. Lidea è quindi quella di dare unindicazione politica affinché le risorse che entreranno grazie a queste misure una tantum siano assegnate temporaneamente alla riduzione del deficit e che poi siano impiegate per spese in conto capitale.
Lunica certezza per il momento è che sarà rispettato limpegno di una riduzione del deficit per lo 0,8 per cento del Pil e le indicazioni del Dpef, come quella di rafforzare le lotta allevasione fiscale, una delle più importanti misure a copertura previste dalla bozza. Il resto «è tutto da vedere», ha confermato il viceministro allEconomia Giuseppe Vegas.
Peseranno sicuramente le pressioni della maggioranza per aumentare le risorse a favore delle famiglie e del Sud. Quasi certo lo stanziamento di fondi statali per lacquisto dei libri scolastici. Continuano anche le pressioni per le sanatorie tributarie, ma al ministero dellEconomia prevale lo scetticismo visto limpegno a ridurre le misure una tantum. Una delle possibili misure che daranno un carattere «tremontiano» alla manovra potrebbe poi essere quella degli sgravi fiscali sui rimborsi ai risparmiatori coinvolti nei crac Cirio e Parmalat e dei bond argentini.
Forti le pressioni per rafforzare il capitolo aiuti alle imprese, aggiungendo qualcosa allo sgravio Irap (con tutta probabilità limposta regionale sarà azzerata per il costo del lavoro). «Sappiamo che dobbiamo aiutare la competitività anche per quanto riguarda i costi sopportati dalle imprese», ha detto Claudio Scajola, ribadendo che la finanziaria ha come pilastri «la famiglia, le imprese e il Mezzogiorno». Saranno incentivati in particolare «i settori industriali che devono investire sul futuro. È poi da valutare se più lIrap o il cuneo fiscale, quanto è importante luno e laltro», ma comunque «il carico fiscale troppo alto - ha dichiarato - perché penalizza le imprese italiane».
A conferma del fatto che la macchina della finanziaria si è ormai rimessa in moto, ieri sono state convocate le parti sociali. Sindacati e associazioni datoriali incontreranno il governo martedì; nello stesso giorno la finanziaria sarà illustrata a regioni ed enti locali. Oggi lesecutivo di Alleanza nazionale formalizzerà le richieste del partito al governo. Ne farà parte anche larmonizzazione delle rendite finanziarie che, comunque, non dovrebbe superare il vaglio di Tremonti, da sempre contrario.
Anche ieri nel governo e nella maggioranza sono continuate le manifestazioni di stima nei confronti del neoministro. «Tremonti riuscirà benissimo a fare una finanziaria condivisa», ha assicurato il ministro delle Attività produttive Claudio Scajola. Ma un altolà è arrivato da Gianni Alemanno, ministro alle Politiche agricole in quota An e uno dei protagonisti della crisi politica che portò Tremonti a lasciare il dicastero un anno e mezzo fa. «Sarebbe un enorme problema politico se si riproponessero il metodo e le scelte di politica economica che ci portarono allo scontro» ha avvertito Alemanno. «Se dicessi che sono assolutamente tranquillo - ha aggiunto - sarebbe una esagerazione.
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