Al via la vendita dello scalo Farini. Una fase necessaria perché si possa poi avviare, per mano di un operatore che dovrebbe arrivare entro fine anno, la riqualificazione dell'ex scalo ferroviario più grande di Milano. Parliamo di un'area di circa 45 ettari tra la Stazione di Porta Garibaldi e Porta Nuova, oggetto dell'accordo di programma tra Comune di Milano, Regione Lombardia e Gruppo FS Italiane.
«Dal punto di vista tecnico amministrativo ci vuole qualche anno per il progetto esecutivo, poi bisogna bonificare i terreni e spostare una linea ferroviaria - spiega Umberto Lebruto, ad del Gruppo Fs Sistemi Urbani - Ci sono opere molto impattanti e i tempi sono dai 10 anni in su per avere le chiavi in mano, con l'intero quartiere completato. Le opere potranno iniziare a essere realizzate tra qualche anno». Si tratta di un traguardo importante per il progetto di ricucitura delle aree non più funzionali all'esercizio ferroviario.
Scalo Farini rappresenta il 50 per cento della superficie complessiva dei 7 ex scali ferroviari: 407.511 metri quadrati complessivi, di cui 264.8882 a verde e 362.947 metri quadrati a superficie edificabile, di cui il 22 per cento destinato a housing sociale. Su questo aspetto, però, ci sono dei cambiamenti in vista: Palazzo Marino ha intenzione di aumentare la quota richiesta di case popolari. «Abbiamo chiesto a Sistemi Urbani e Ferrovie dello Stato di ragionare per incrementare questa quota di alloggi sociali, uno dei temi centrali della città. In tutti i progetti per gli scali milanesi oggi sono previsti circa 3mila alloggi di housing e su Scalo Farini pensiamo ci siano le condizioni per aumentare questo numero» ha spiegato l'assessore alla Rigenerazione Urbana Giancarlo Tancredi. Per un totale di 10mila milanesi che potranno accedere agli alloggi calmierati. Una richiesta in parte già accolta da Fs che ha fatto sapere che sono stati aperti dei tavoli di lavoro sul tema.
Per quanto riguarda il masterplan a ottobre 2018 è stato lanciato il Concorso Farini, gara internazionale promossa da FS Sistemi Urbani (Gruppo FS Italiane) e da Coima sgr finalizzato all'elaborazione del Masterplan di trasformazione e rigenerazione urbana degli ex scali ferroviari Farini e San Cristoforo, area destinata al 100 per cento a verde, come scomputo oneri di urbanizzazione. Il concorso si è chiuso con la vittoria del progetto «Agenti Climatici» del team Oma e Laboratorio Permanente. Masterplan declinato da Coima sul lotto Valtellina con un progetto affidato a 3XN, che sta perfezionando il piano attuativo.
Il progetto di trasformazione dei due scali propone soluzioni che puntano a ricucire l'area degli ex Scali con quella urbana separate dal fascio dei binari. Il Masterplan, si concentra sulla costruzione di due parchi differenti: in Farini il verde si declina con un grande bosco lineare, piazze d'acqua, una promenade alberata, 6 chilometri di pista ciclabile da porta Garibaldi a Cenisio e il parco a Dergano. Due landbridge connetteranno una parte all'altra dell'area: il ponte di Brera e il ponte Derganino. Sì perché qui avrà sede l'Accademia di Brera che sta firmando il rogito in questi giorni, con il suo campus da 20mila metri quadrati, che consentirà l'ampliamento dell'Accademia con la costruzione di laboratori. In più è prevista la realizzazione di uno studentato di circa 10mila metri quadri. Troveranno spazio due scuole, un asilo, nuovi mercati, laboratori artigianali realizzati grazie al supporto dell'Accademia, una «Città dei Bambini» a ridosso di Dergano, spazi per eventi, e tante altre funzioni pubbliche. A San Cristoforo, invece, ci sarà un parco acquatico e verde, attraversato da una passerella ciclopedonale in via di realizzazione.
Secondo obiettivo dell'operazione la realizzazione della Circle Line, un sistema di logistica di primo e ultimo miglio e integrazione tra mobilità urbana e ferroviaria.
Per l'assessore regionale alle Infrastrutture Claudia Terzi «la riqualificazione degli ex scali ferroviari deve essere l'occasione per realizzare un secondo nodo ferroviario milanese, potenziando l'attuale infrastruttura che risulta deficitaria per le necessità della Lombardia» ma «occorre uno scatto in avanti e pensare a un'evoluzione del nodo di Milano.
Il sistema ferroviario regionale è arrivato alla saturazione. Abbiamo condiviso con il ministero la necessità di intervenire quanto prima, iniziando a pensare alle varie soluzioni, che sia l'introduzione di un nuovo passante o interventi infrastrutturali».
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