(...) il consigliere dellUdc Emilio Santomauro che nel pomeriggio, vedendosi bocci.are dalla maggioranza (tranne Lega e Nuovo Psi) e dagli stessi compagni di partito, lemendamento con cui chiedeva di garantire «almeno due partecipanti allasta», ha annunciato che presenterà ricorso al Tar.
«Questa sera (ieri, ndr) abbiamo assistito a una grande prova della maggioranza - ha sottolineato soddisfatto il sindaco Albertini -. È un grosso risultato, molto positivo per la città. Abbiamo un ampio spettro di interventi in programma, previsti dal piano delle opere pubbliche, per i quali 600 milioni di euro non bastano, ma sono già un buon inizio». Dallo scolmatore di Niguarda, alla Città delle culture e le linee 4 e 5 del metrò.
Fino allultimo i consiglieri di maggioranza hanno dubitato se «portare a casa» subito la delibera o rinviare lapprovazione a lunedì, quando con la seduta in prima convocazione si sarebbe potuta votare insieme anche limmediata eseguibilità, per la quale serve il parere favorevole di almeno 31 consiglieri. Ma dopo la pausa per la cena, rimasti pochi emendamenti da passare in rassegna, è partito il tam tam per far accorrere i «paladini» della Cdl. Squilli a vuoto sul cellulare, si inizia anche a pensare al caso politico per lassenza di Alleanza Nazionale, invece il capogruppo di An Stefano di Martino e la consigliera Carla De Albertis arrivano trafelati per dare il loro voto. Alla fine sono 32 in tutto quelli favorevoli, uno più del necessario. «È la fine di un lungo cammino in salita - ammette lassessore al Bilancio Mario Talamona -, ringrazio la maggioranza che ha lavorato con noi per migliorare lesito della delibera, e anche lopposizione che ci ha tenuti in esercizio e obbligati a praticare quanto diceva il filosofo Fichte: dobbiamo crearci i nostri ostacoli per poterli superare. Abbiamo fatto fatica per poter realizzare il bene dei cittadini. Questa sera è un momento importante del percorso politico di questa amministrazione». Al momento del voto, a differenza del resto dellopposizione che ha votato contro, la diessina Marilena Adamo è uscita dallaula «per le irregolarità nella scelta della base dasta». Il capogruppo Ds Emanuele Fiano ha commentato invece che «si conclude un lungo percorso che lascia molte incertezze sul futuro controllo della società e gravi incognite riguardo l'occupazione dei dipendenti di Sea Handling».
Ieri la discussione era iniziata tra le polemiche sul maxiemendamento della maggioranza per la vendita in blocco del 33% delle azioni con «una soglia minima pari al miglior prezzo tra 600 milioni di euro e quello risultante da una perizia giurata», quella richiesta ad agosto a Mediobanca. Passaggio su cui lopposizione ha avanzato dubbi di legittimità. «Nella perizia - ha affermato Fiano - si parla di un valore di mercato pari a 672 milioni. Prima di votare vogliamo incontrare in Commissione i periti di Mediobanca e vedere il business plan della società. Bisogna modificare il testo o metteremo in difficoltà il funzionario che dovrà stabilire il prezzo definitivo della base dasta».
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