Vendita Sea In consiglio sedute a oltranza

Giannino della Frattina

Consiglio comunale di nuovo al lavoro dopo la pausa estiva. Ieri prima seduta con la vendita della Sea all’ordine del giorno. Palazzo Marino riparte da dove era rimasto, dal tentativo della giunta Albertini di cedere il 33 per cento della società che gestisce gli aeroporti di Linate e Malpensa e di cui il Comune possiede l’84,6 per cento. Il restante 14,6 è della Provincia, mentre lo 0,9 di altri azionisti. Una privatizzazione già approvata dalla giunta che ha deciso per l’asta competitiva con base fissata a 600 milioni di euro. Una cifra a lungo discussa, ma su cui ora, dopo la perizia commissionata a Mediobanca che ha confermato la congruità dell’importo, sembra essersi trovato l’accordo. Almeno nel centrodestra, dato che qualcuno nell’opposizione (Basilio Rizzo, «Miracolo a Milano») è convinto che la Sea sia stata sottostimata.
E così tra maggioranza e opposizione sul tavolo del presidente Vincenzo Giudice sono finiti cinquanta emendamenti. Proposte di modifica al testo della delibera varata dalla giunta che andranno discussi in riunioni prevedibilmente fiume del consiglio. Tanto che dal presidente della commissione Bilancio e privatizzazioni, l’azzurro Carlo Masseroli, è arrivata la richiesta di sedute a oltranza per accelerare i tempi della vendita. «Entro fine anno», si è raccomandato Albertini.

Incline all’ostruzionismo ovviamente l’opposizione che, eccettuata Rifondazione comunista contraria alla vendita, punterebbe su una cessione all’azionariato diffuso. Eventualità che consentirebbe, secondo il capogruppo ds Emanuele Fiano, un maggior controllo del Comune nella società.

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