Venditti canta l’amore, l’Italia e la protesta (e pure Silvio...)

Dietro i ray-ban fumè porta sempre le sue sicurezze, solo un po’ addomesticate da un sorriso acchiappa-consensi. Antonello Venditti torna con l’album Unica

Venditti canta l’amore,  l’Italia e la protesta (e pure Silvio...)

Dietro i ray-ban fumè porta sempre le sue sicurezze, solo un po’ addomesticate da un sorriso acchiappa-consensi. Antonello Venditti torna con l’album Unica, declinato al femminile perché, dice, «tutto il disco è a tal punto coeso da proporsi come una sola canzone, è la canzone d’amore che porto dentro. Una canzone che è libertà e amore, il filo che porta a Dio. E io questo Dio, unico per tutte le religioni, me lo voglio immaginare donna». Ammappa, direbbero nella sua Roma. Se poi si aggiunge che, nella scaletta del cd - in uscita martedì - figura anche un brano dedicato a Santa Cecilia, («una donna che ha saputo dire diversi no, affrontando il martirio») e che l’Italia, in un altro brano (dove a suonar la batteria c’è l’amico Carlo Verdone), viene paragonata alla Ragazza del lunedì la quale, delusa, decide di troncare il suo rapporto con l’amato Silvio (!), bè, ce n’è abbastanza per capire molte cose. Prima di tutto che Antonello sa fare il piacione da competizione. Indovinate ad esempio quando partirà il tour nei palasport di tutta Italia. Risposta: l’Otto Marzo, dal Palaottomatica dell’Urbe. Secondo poi, il cantautore col cuore saldamente a sinistra sa fiutare l’aria che tira e precisa: «io la anticipo, come quando nel 1988 cantavo In questo mondo di ladri e, dopo, si sa quel che è successo».
Il nuovo disco «nasce idealmente il 23 dicembre dell’anno scorso, quando salii su quel tetto». Il tetto è quello della facoltà di Architettura di piazza Borghese, dove il cantautore accorse a sostenere gli studenti occupanti, suonando e apparendo al fianco di Nichi Vendola. A quell’evento è dedicato E allora canta!, una sorta di inno infarcito di melodia e di invocazioni, nell’ordine, al «vento che cambia», al «movimento della gioventù» e pure al «gran sorriso di una compagna». E dove si grida, nel finale, che «la libertà ritornerà». Un altro ammappa se lo meriterebbe, l’Antonello, perché a questo punto sembra di capire che, fino a qualche giorno fa, si è vissuti nella Corea del Nord di Kim Jong-il. Venditti, però, si schermisce: «Io sono emozionale come deve essere un artista. Anche quando parlo di politica, non ne parlo come farebbe un Bersani».

In ogni caso, Unica avrà la sua opportuna promozione in tv: Antonello sarà domani da Fabio Fazio, poi a Io canto, a I migliori anni della nostra vita, a Quelli che il calcio e «ovunque sarà possibile, anche da Fiorello, se lui vorrà. Perché io vedo pochissima tv, ma non ho preclusioni verso nessuna trasmissione».

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