Roma - Dice di non voler giocare una partita per la propria carriera. Assicura che vuole aprire il "cantiere" per formare un nuovo centrosinistra. E minaccia che combatterà per "destrutturare" il centrosinistra com'è adesso. Il nuovo attacco al Pd di Bersani arriva dal governatore pugliese Nichi Vendola che, in un'intervista a Libertà e Giustizia, anticipa la propria linea in vista delle future primarie del centrosinistra. Ancora una volta le insidie che rischiano di spaccare l'opposizione arrivano dall'interno: la lotta tra l'ala più conservatrice e i progressisti si fa sempre più aspra.
Spaccature nel centrosinistra Sono mine sparse qua e là. C'è il rischio che deflagrino da un momento all'altro. Tenere tutto insieme è ormai impossibile. E la vera lotta è sulla futura leadership e la linea da adottare alle prossime elezioni (amministrative o nazionali che siano). Mentre il popolo viola scatena la protesta di piazza e i tribuni lanciano nuovi movimenti, anche Vendola dà il suo contributo per intorbidire le acque a sinistra. Finora, accusa il leader di Sinistra e Libertà, il centrosinistra "si è sempre presentato come un compromesso precario e forzoso tra cosiddetti radicali e riformisti. Ma così non si è mai entrati nel merito vero dei problemi". "Finora una parte del centrosinistra ha pensato a come guadagnare la vittoria elettorale, certo importante, ma non ha lavorato per raggiungere il mutamento sociale e culturale - avverte Vendola - per cui si può anche vincere alle elezioni, e insieme perdere la società". Da qui la necessità di rilanciare le primarie per mettere a tema le alleanze di coalizione e il programma con cui presentarsi alle elezioni. Invece, avverte Vendola, "discutere nel chiuso degli organi direttivi significa condannarsi ad un avvitamento continuo".
Gli scontri interni al Pd Le primarie restano lo spauracchio del Partito democratico. In ballo è il futuro della leadership. Si fanno di continuonuovi nomi. Il partito di Repubblica spinge il papa straniero Roberto Saviano. Il capogruppo del Pd alla Camera Dario Franceschini avverte: "Per guidare un partito servono competenze". De Benedetti crede che l'autore di Gomorra le abbia. "Si può gioire della folla riunita al Palasharp per Saviano - avverte in un editoriale il Riformista - ma non si può che rabbrividire all’idea che in molti considerino lo scrittore un potenziale candidato premier". Nel Pd infatti sono in molti a non volere candidare Saviano. "Per me le primarie sono un elemento essenziale della caratteristica del Pd - interviene nel dibattito Walter Veltroni - deve essere un partito aperto alla società". Le stesse primarie che Vendola è tornato a chiedere a gran voce chiudendo così la porta al governo costituente. Per questo il governatore pugliese dice "no" alla grande ammucchiata. E ribadisce: "Voglio rifondare il centrosinistra".
Renzi: superare l'antiberlusconismo E proprio di programma parla il sindaco di Firenze Matteo Renzi in un'intervista alla Stampa. Da tempo va tirando le orecchie all'establishment piddì che il collante non può essere l'antiberlusconismo. Pur assicurando di aver fatto un "fioretto" di non parlare dei vertici del partito, Renzi torna alla carica. E avverte: "L'antiberlusconismo danneggia l'opposizione stessa". Se Vendola vuole "destrutturare" il centrosinistra, il sindaco di Firenze sta proprio rottamando le fondamenta del Partito democratico. Il partito sgretola proprio sul diktat (l'odio anti Cav) che l'aveva tenuto in piedi negli ultimi quindici anni abbondanti. "Credo che il punto sia uscire da questo clima di derby e rissa permanente - spiega Renzi - non sarà la piazza a mandar via Berlusconi". "Per sconfiggere Berlusconi de-fi-ni-ti-vamente non si deve cavalcare l’antiberlusconismo. Può vincere solo una sinistra che esca dal muro contro muro - incalza il primo cittadini di Firenze - se vuoi mandare a casa Berlusconi non ti aiutano gli scontri di piazza e non ti serve il ricorso alla magistratura". Poi, in chiusura, la stoccata a Massimo D'Alema: "Il Pd e in generale la sinistra devono ridare speranza e entusiasmo, non proporre Sante Alleanze che restituiscono una verginità a Berlusconi consentendogli di fare di nuovo la vittima".
Di Pietro fomenta la protesta Le parole di Renzi cadono nel vuoto. Non possono certo piacere al leader Idv, Antonio Di Pietro, che ha fatto dell'antiberlusconismo la propria bandiera. Per l'ex pm, infatti, la posizione di Renzi sembra quella di chi dice: 'criticare Berlusconi va bene, però non troppo'. Io lo dico chiaro e tondo: penso che questo atteggiamento sia pericolosissimo e che sia un grandissimo aiuto che si dà a Berlusconi". Secondo Di Pietro, il problema non è che l’opposizione va in piazza, ma che non si schiera "unita" ma "continua a tentennare".
"Assecondare la politica berlusconiana e ricercare il dialogo danneggia tutti - conclude il proprio ragionamento - non si capisce perché tra l’originale e gli adulatori i cittadini debbano scegliere questi ultimi". Insomma, buone notizie per il Cav.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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