Vendola, ultima follia: paragonare l’Italia al Cile

Il leader di Sinistra ecologia e libertà trasforma i cordoni della polizia che bloccano l'assalto degli studenti a Montecitorio in cariche degne di Pinochet. La lente dell'antiberlusconismo ribalta la realtà e riesuma gli spettri del passato. Reazionari: i ragazzi dovrebbero chiedere al ministro altri cambiamenti

Vendola, ultima follia: paragonare l’Italia al Cile

La colpa non è della Gelmini, ma di quel vecchio bastardo di Holden e di gente come lui. I ventenni che si arrampicano sui tetti e fermano i treni forse ancora non l’hanno capito. La storia è questa. A quella che chiamano generazione Facebook probabilmente stanno rubando il futuro. Non è del tutto vero, ma a vederlo da lontano sembra molto oscuro. Questo crea incertezza. Ti senti naufrago. Non sai dove andare. Non hai punti di riferimento e devi ogni giorno improvvisare.

Ti tocca vivere nell’incertezza. Non è sempre un male, ma se scopri che quelli che sono venuti prima di te si sono mangiati tutto e ora chiedono tagli e sacrifici un po’ ti girano. La rabbia è più  che giustificata. Solo che dovreste andare davanti a Montecitorio a chiedere una batteria di riforme, senza perdere tempo: università, fisco, lavoro, previdenza, welfare. Stavolta davvero la parola d’ordine dovrebbe essere tutto e subito. I ventenni di vent’anni fa, per esempio, sono invecchiati aspettando le riforme. È la fine che farete anche voi se non vi date una mossa. L’Italia purtroppo è ancora tarata sulla società del posto fisso. L’esempio più classico è questo: se si va in banca per un mutuo vi chiedono un contratto a tempo indeterminato. Qualcosa che non funziona evidentemente c’è.
L’università non fa eccezione. È un sistema che anno dopo anno si è incancrenito, svalutato, recluso.

Questo lo sanno gli studenti, i professori e i genitori. Tempo fa Pier Luigi Celli, amministratore delegato della Luiss, scrisse una lettera aperta al figlio Mattia. Il senso era: vattene all’estero. È il segno di una resa e di un fallimento. L’unica ribellione possibile a questo punto è ribaltare gli atenei. Pretendere che i professori facciano sul serio il loro lavoro. Buttare giù gli esamifici del tre più due. Non cadere nella logica dei quiz e delle risposte multiple. Non lasciare fuori dalla porta le aziende. Non chiudersi in una torre d’avorio. Non dannarsi per parlare con un ordinario affaccendato e latitante. Non chiedere la luna, ma qualcosa di concreto. Magari scendere in piazza contro la Gelmini, ma per dire: caro ministro, quello che ha fatto non basta, è solo un antipasto. La risposta degli studenti è stata purtroppo reazionaria. Sono scesi in piazza per dire: non si tocca nulla. È qui che entra in ballo il maledetto Holden.

Questi ragazzi sono costretti a vedere il mondo con gli stessi occhi degli studenti di quarantadue anni fa. Seguono un copione già scritto, ma non da loro. È un remake, un anniversario, una commemorazione di quel ’68 che si ripete ogni anno, come fosse il 2 novembre o San Valentino. E da lì non riescono a deviare. Non hanno nulla in comune con quei fantasmi di allora. Non sono in bianco e nero. Ma appena scendono in piazza scoloriscono, vengono inghiottiti dal passato. Questo è un Paese ingabbiato in una camicia vecchia. Le parole della politica sono vecchie e invecchiando diventano esagerate. Si parla di regime, fascismo, Cln, resistenza.

È un’ossessione. L’antiberlusconismo per sconfiggere Berlusconi sa solo ramazzare nel passato. Il guaio è che questi studenti persi nelle piazze si fidano di loro. Si fanno guidare dalla loro ossessione. La vera rivoluzione sarebbe non parlare solo di Berlusconi. Allora davvero si potrebbe inventare un’alternativa. E invece nulla. Il vecchio trasfigura la realtà. La deforma. Come fa Nichi Vendola. La polizia che fa un cordone davanti a Montecitorio e controlla senza degenerare, senza sangue e senza feriti, diventa una tenaglia militare. Roma - dice il nuovo leader della sinistra - blindata e sequestrata come Santiago del Cile. Ecco il maledetto trucco. Vendola con questi paragoni non fa male a Berlusconi ma alle vittime di Pinochet. Chi glielo spiega ora agli studenti che a Santiago si moriva davvero?

È questo il delitto peggiore. Non solo gli stanno rubando il futuro, ma stanno plagiando anche i loro vent’anni, perché i sessanta-settantenni di oggi (e i Vendola di sempre) hanno sequestrato il monopolio della gioventù. Se vuoi essere giovane devi essere come sono stati loro. E chi si ribella al loro modello è un reazionario e un fascista. Loro hanno letto Holden? Tutti i giovani devono leggere Holden.

Non fa nulla se perfino Salinger un giorno ha guardato in faccia il suo personaggio e lo ha visto vecchio, vergognandosi per quelle rughe. Non c’è via d’uscita. Per ritrovare il futuro bisogna ammazzare Holden e i suoi fratelli.

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