Il ventilatore in corto circuito: anziano soffocato in casa sua

Ventilatore in corto circuito: anziano muore nell’incendio del proprio appartamento. Tragedia, ieri mattina, al centro di Ladispoli per un uomo di 86 anni, Amato Mario Picchioni, soffocato dal fumo sprigionato dal letto in fiamme. A provocare il rogo, secondo gli esperti, la spina del piccolo elettrodomestico, surriscaldata dal funzionamento prolungato. L’allarme scatta all’alba quando i vicini si svegliano di soprassalto per l’odore di bruciato. «Abbiamo visto le fiammate attraverso le finestre aperte - raccontano -. Abbiamo provato a bussare ma non rispondeva nessuno». Al civico 20 di via Pescara si precipitano la «partenza» del distaccamento Cerveteri del 115 con l’autobotte e le «gazzelle» dei carabinieri. Evacuata la palazzina di tre piani, i pompieri in pochi minuti hanno la meglio sul rogo. Ma ogni tentativo di salvare il pensionato è inutile. Quando vigili del fuoco e carabinieri sfondano la porta sul giardino il poveretto è a terra, privo di vita. «L’hanno trovato steso in camera fra due letti - racconta il cognato - probabilmente ha cercato di ripararsi sotto la rete, poi ha perso i sensi». Secondo una prima perizia del medico legale, la causa della morte di Picchioni sarebbe asfissia da fumo.

«Era solo - spiega il maggiore Mauro Izzo, comandante della Compagnia carabinieri di Civitavecchia - perché la moglie da tempo è ricoverata in ospedale a Roma. Un incidente domestico, insomma, e al tempo stesso un dramma della solitudine. Per il gran caldo la vittima ha lasciato acceso il ventilatore tutta la notte. Magari si è solo addormentata dimenticando di spegnerlo».

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