Ventisette capolavori per 50 anni di Europa

«Il mondo è bello perché vario» si potrebbe esclamare dopo aver visitato la mostra al Salone dei Corazzieri del Palazzo del Quirinale di Roma fino al 20 maggio per il cinquantesimo anniversario della firma dei Trattati di Roma, alla quale ognuno dei 27 Paesi aderenti all’Unione europea ha inviato un’opera che la rappresenti.
Così, accanto a un capolavoro assoluto italiano, il Ritratto dell’uomo dagli occhi grigi di Tiziano, ecco Composizione con griglia 3 di Mondrian, dall’Olanda, che non regge il confronto. Ma la varietà della scelta comprende anche dipinti antichi e opere moderne, sculture classiche e bronzi ultramoderni, figurine preistoriche e paesaggi contemporanei, gioielli, icone, quadri storici, paesaggi di guerra. Ogni visitatore può stilare una graduatoria ideale delle opere: ma noi ci limiteremo a segnalare quelle più rappresentative, non potendo descriverle tutte.
Vi è uno splendido Dürer in rappresentanza della Germania che sembra «sottratto» alla magnifica rassegna «Dürer e l’Italia» in corso proprio alle Scuderie del Quirinale. Vi è poi un bellissimo dipinto di Egon Schiele a rappresentare l’Austria che ci pare di non aver mai visto nelle esposizioni presentate nel nostro Paese negli ultimi anni. A rappresentare il Belgio, ecco il magnifico Compianto sul Cristo morto di Van Dyck. La Francia, chissà perché, ha voluto inviare Il pensatore di Rodin, pur disponendo di quadri straordinari sia antichi sia moderni. E la Spagna ha scelto il bellissimo paesaggio di Villa Medici di Diego Velázquez che sembra affiancarsi ai giardini del Quirinale.
Naturalmente viene spontaneo parlare dei capolavori. Anche se la scelta da parte di alcune nazioni di opere più modeste conferisce a tutta l’esposizione una sorta di spontaneità che la rende tutto sommato accettabile. Altrimenti, davvero, i confronti sarebbero stati stridenti. Così segnaliamo alcune belle icone dell’Europa centrale, alcuni bei dipinti di pittori a noi ignoti dell’Estonia, della Danimarca, della Lettonia e della Finlandia, mentre alcuni Paesi hanno preferito inviare vasi archeologici e opere pittoriche di genere. Certamente sarebbe stato opportuno suggerire un criterio uniforme come tema della mostra allo scopo di conferirle maggiore omogeneità: per esempio «il paesaggio» o «la figura umana», oppure un genere obbligato, «la pittura» o la «scultura» e così via. Ma sarebbe stato inevitabilmente limitativo. La mostra comunque viene nobilitata dallo splendido luogo che la ospita, il più grande salone del regale Palazzo del Quirinale. E i cinquant’anni dalla firma dei Trattati di Roma rappresentano un evento di sicuro richiamo.


Anche se rimane discutibile la scelta, come emblema della mostra, del dipinto vascolare Il ratto d’Europa appena recuperato dai carabinieri. L’Europa rapita, infatti, non sembra corrispondere al concetto d’Europa che qui si intende celebrare.
LA MOSTRA
«Capolavori dell’arte europea». Roma, Palazzo del Quirinale. Info: www.quirinale.it.

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