nostro inviato a Torino
Forse stava correndo un po troppo. Almeno con la fantasia. Inseguendo sogni di gloria e di facile riconferma alla poltrona del Palazzo di via Maria Vittoria. Invece Antonio Saitta, presidente uscente della Provincia di Torino, espressione un po frusta di un Partito democratico in discreta carenza di idee e di progetti, è incappato in uno sgambetto che lo costringerà al ballottaggio. A farglielo ci ha pensato Claudia Porchietto, giovane portacolori della coalizione di centrodestra cui ha evidentemente portato fortuna lo slogan che si era scelta in campagna elettorale: «È ora». Ora di cambiare, ora di ribaltare certe posizioni incrostate non solo in Piemonte, ma in tutto il Nord Italia.
Perché il vento, sollevato dal centrodestra nella tornata elettorale di sabato e domenica, ha buttato giù, uno dopo laltro, in una sorta di magico filotto, i birilli rossi di molte Province.
Cominciamo dal Piemonte, appunto, dove, fatto salvo che la partita tra Antonio Saitta e Claudia Porchietto a Torino così come ad Alessandria, fra il presidente uscente Paolo Filippi del Pd e il candidato del centrodestra Pietro Strabella, è ancora apertissima e si deciderà fra quindici giorni, il centrodestra si è preso già al primo turno quattro delle sei Province dove si votava. A Biella Roberto Simonetti ha stravinto sfiorando il 55 per cento dei consensi sul candidato di sinistra Gianni Ranzani (27,12 per cento). Ed è stato en plein per il centrodestra anche per la Provincia del Verbano-Cusio-Ossola dove Massimo Nobili (57,52 per cento) ha messo allangolo il diretto antagonista del centrosinistra, Paolo Ravaioli (39,58).
A Cuneo la vittoria dellimprenditrice Gianna Gancia (54,03 per cento dei consensi), candidata leghista per il centrodestra, su Mino Tarocco (30,43 per cento) è stata definita «un risultato storico» dal sottosegretario agli Interni, Michelino Davico. E altrettanto in scioltezza è stata la corsa per la conquista della Provincia di Novara di Diego Sozzani (53,01 per cento dei voti) sulluscente Sergio Vedovato, ricandidato dal centrosinistra, che non è riuscito ad andare al di là del 32,59 per cento.
È un dato di fatto, dunque, che alla luce dei risultati che arrivano dal Nord del Paese, queste elezioni amministrative ridisegnano la geografia politica delle Province considerando, a maggior ragione, ciò che è accaduto in Lombardia. Se la conquista della Provincia di Milano da parte di Guido Podestà, che ha ottenuto il dieci per cento dei consensi in più sul presidente di centrosinistra uscente, Filippo Penati, è soltanto, per usare le parole di Silvio Berlusconi, «rinviata di un paio di settimane», è stata invece subito ad appannaggio del centrodestra lappena nata provincia di Monza e Brianza.
Dove Dario Allevi (54,1 per cento), candidato di Pdl e Lega Nord, vincendo su Gigi Ponti (33,4) del centrosinistra ha giustamente esultato: «Sono doppiamente felice perché per la prima volta nella sua storia la Brianza ha la sua Provincia e questa svolta coincide con la mia vittoria maturata oltre le più rosee aspettative. Direttamente al primo turno».
Un birillo dopo laltro e il nostro filotto si allunga. Come era prevedibile non cè stata storia a Bergamo e a Brescia dove, trascinati dalla Lega, i candidati del centrodestra Ettore Pirovano (58,99%) e Daniele Molgora (55,41) hanno riportato a casa la presidenza della Provincia lasciando che i loro avversari del centrosinistra Francesco Cornolti (20,27%) e Diego Peli (22,50) si accontentassero delle briciole.
Ma le sorprese più gradite per la coalizione del centrodestra sono arrivate da Cremona, dove Massimiliano Salini con il suo rotondo 51,06 per cento ha spento sul nascere le ambizioni del centrosinistra di mantenere una piazza storica, impersonate nel caso specifico da Giuseppe Torchio che non è andato al di là del 35,89 per cento. Storica vittoria per il partito di governo anche a Lecco dove Daniele Nava con il suo 54,31 per cento ha soffiato al primo turno la presidenza della Provincia a Virginio Brivio (38,04). E poi ancora il cambio di colore per Lodi che abbandona il centrosinistra e sceglie di consegnare fiducia e voti a Pietro Foroni (54,18) su Lino Felissari (38,18).
Mentre Sondrio non fa altro che confermare una vittoria già annunciata ancor prima di cominciare per il centrodestra, guidato da Massimo Sentori (61,07).
Il punteggio sul tappeto liscio delle provinciali dove i birilli rossi cadono uno dopo laltro non può che aumentare se ci si sposta a Est. A Pordenone il candidato presidente del centrodestra Alessandro Ciriani si guadagna la riconferma al primo turno con il 62,81 per cento dei voti, mentre in Veneto Giovanni Miozzi conquista Verona per il centrodestra passeggiando dallalto del suo 59,09 su Diego Zardin. Stesso discorso per Barbara Degani (54,69) che incontra solo una timida (29,63 per cento) resistenza a Padova da parte delluomo su cui la sinistra aveva puntato tutto: Antonio Albuzio.
Il filotto è completo adesso. Anche perché gli altri birilli da buttar giù, ovvero Belluno, Rovigo e Venezia sono soltanto rinviati alla prossima partita. Ma anche in questo caso il centrodestra ha già preso la mira.
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