La vera America è qui. I poveri possono diventare ricchi davvero

A dispetto di quanto si pensa la mobilità sociale è maggiore che Oltreoceano

La vera America è qui. I poveri possono diventare ricchi davvero

Macché America. È l'Italia la terra promessa. Se si è nati in una famiglia povera è più facile diventare ricchi qui da noi, che negli Stati Uniti, per definizione «land of opportunity» terra di opportunità. È questo il sorprendente risultato di una ricerca («La mobilità intergenerazionale in Italia») presentata nelle scorse settimane da tre studiosi, Gianluca Violante dell'università di Princeton, Alberto Polo della New York university e Paolo Acciari, dirigente del ministero dell'Economia. I tre hanno per la prima volta preso in esame l'immenso database delle dichiarazioni dei redditi e attraverso l'incrocio del codice fiscale di genitori e figli sono riusciti a ricostruire un ricchissimo campione di 650mila percorsi familiari. Una svolta rispetto alle analisi precedenti che erano più limitate e basate sui titoli di studio o su redditi stimati e quindi imprecisi. L'obiettivo era quello di misurare fluidità ed equità della società italiana. In pratica: si fa carriera e quindi si guadagna di più solo perché si è nati in una famiglia benestante, e quindi si dispone dei «contatti» giusti? O anche chi non è nato «bene» riesce a farsi strada a forza di olio di gomito? Il quesito non è da poco visto che la risposta dà anche la misura della capacità del nostro Paese di promuovere e premiare i talenti.

Un primo confronto è stato fatto considerando i figli nati in famiglie appartenenti alla fascia di reddito più bassa e misurando quanti di loro sono riusciti ad arrivare alla fascia di reddito più alta. Il risultato: dieci figli su 100 nati da famiglie modeste sono entrati a far parte della fascia più ricca, quella del 20% più benestante della popolazione. Per fare un confronto: 37 nati su 100 in famiglie che già occupano il quintile più alto rimangono in quella posizione. Sembra un dato non entusiasmante, ma il numero corrispondente nel paradiso egualitario svedese è pari all'11% e negli Stati Uniti è del 9. Come detto, dunque, Italia batte Usa. Questo accade, però solo per chi è nato in una delle famiglie più povere, mentre se si guarda alla classe media la mobilità intergenerazionale è più alta negli Usa.

In Italia l'ascesa sociale è più facile, dicono le statistiche sulle dichiarazioni dei redditi, per i figli maschi, i primogeniti e per i figli di genitori stranieri. Favorito è anche chi migra dalla provincia dove è cresciuto verso altre zone del Paese. In pratica la mobilità geografica favorisce quella economica. Anche in questo caso tipica caratteristica italiana sono le forti disparità tra aree e aree. La mobilità sociale tra figli e genitori e molto più fluida nel Nord piuttosto che nel Sud e nelle Isole.

In testa alle classifiche zone come Bolzano, Lecco, Monza e la Brianza, Milano, Mantova e Varese. Agli ultimi posti Palermo e Agrigento ma anche Nuoro e Oristano. Qui i redditi dei figli sono praticamente inchiodati a quelli dei padri.

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