Claudia Passa
Tre sigilli giudiziari in pieno centro storico. O meglio due, perché uno dei tre pubblici esercizi per i quali la Procura di Roma aveva disposto il sequestro di manufatti edilizi abusivi ha fatto marcia indietro, una decisione presa giusto in tempo prima che arrivassero gli agenti del I gruppo della Polizia municipale col mandato della magistratura. Si è conclusa quindi con due sequestri preventivi in altrettanti locali la lunga mattinata dellantiabusivismo e della lotta alloccupazione irregolare di suolo pubblico. Entrambi in pieno centro, fra piazza Sforza Cesarini e piazza San Paolo alla Regola. A largo dei Chiavari i pizzardoni inviati dal gip Emanuele Cersosimo su richiesta del sostituto procuratore capitolino Sergio Colaiocco - non hanno avuto bisogno di fermarsi, poiché, spiegano, «lesercente aveva provveduto spontaneamente a ripristinare lo stato dei luoghi». A far scattare il procedimento penale che ieri mattina ha portato allintervento degli uomini del comandante Angelo Giuliani, una segnalazione arrivata a piazzale Clodio su volumetrie edilizie non autorizzate. «Una versione riveduta e corretta di tavolino selvaggio spiegano gli addetti ai lavori -, perché spesso questi manufatti coprono i tavolini allaperto dei locali, a prescindere dal fatto che le occupazioni di suolo pubblico siano autorizzate o no. Con la differenza che con gli abusi edilizi ci troviamo in campo penale, e non amministrativo».
È il caso, ad esempio, del Mascalzone, il ristorante di piazza San Paolo alla Regola 40 che ieri ha visto apporre i sigilli sulla struttura esterna, una sorta di veranda, realizzata per ospitare i tavolini allaperto. Un caso che rischierà di far parlare ancora nei prossimi giorni a causa delleclatante iniziativa di protesta del proprietario, Onofrio Sproviero, nominato dalla magistratura custode giudiziario del manufatto fuorilegge. Da ieri sera lesercente ha iniziato uno sciopero della fame, e ha annunciato che fin quando persisterà il sequestro, dormirà davanti alla porta del locale. È così che nel racconto del ristoratore gli agenti della Municipale intervenuti a sequestrare labuso diventano la Gestapo («in undici sono venuti lamenta -, senza neanche avvisarmi!»), mentre la veranda posta sotto sequestro «è decorosa, e non ha nulla a che vedere con alcuni manufatti orribili che deturpano le piazze del centro...».. Incalzato, il ristoratore ammette che «sì, la struttura è abusiva, ma in autunno, quando ho presentato la domanda, non potevo permettermi di affrontare un inverno con i soli sei coperti che entrano allinterno del mio piccolo locale. Va da sé che ora, con i 50 posti allaperto inagibili, il ristorante è chiuso, e i miei dipendenti sono sospesi». Sta di fatto che la veranda è abusiva. E il fatto che sia stata presentata una domanda non cambia le carte in tavola. Vale per il Mascalzone, ma non solo. Vale per le tante situazioni di indecorosa quotidianità che persistono nel cuore del centro storico, e di fronte alle quali non sempre lamministrazione capitolina sembra aver mostrato la stessa solerzia. È per questo che un intervento come quello di ieri, ad opera degli agenti del comandante Giuliani che in centro, con lorganico in perenne carenza, fa quel che può e anche di più, fa notizia.
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