La Verdi vuole formare un’orchestra amatoriale

Igor Principe

Abituati ad ascoltarli nelle Passioni di J. S. Bach, nei Requiem di Verdi e Mozart, nella Nona di Beethoven - che sarà riproposta anche per il capodanno 2006, diretta da Herbert Blomstedt - e a rilevarne ogni volta la bravura, si crede siano professionisti. Invece si guadagnano da vivere facendo tutt’altro. Il Coro Sinfonico Giuseppe Verdi, che accompagna la relativa orchestra affidandosi alla maestria di Romano Gandolfi, è formato da amatori, capaci dopo il lavoro di sobbarcarsi ore di autostrada pur di non mancare alle prove. Un sacrificio ripagato non solo dai continui consensi del pubblico, ma dalla gioia che provoca il poter far musica insieme.
Sulla scorta di quell’esperienza, la Verdi fa un passo in più verso chi suona uno strumento per puro diletto: a gennaio sarà emanato un bando per la formazione di un’orchestra amatoriale. Sarà aperto a tutti, senza limiti di età né titoli: basterà presentarsi per un’audizione e dare il meglio di sé.
«È un progetto pilota in Italia», dice Luigi Corbani, direttore generale dei complessi della Verdi. «Sappiamo che ci sono gruppi amatoriali che si riuniscono intorno al repertorio di un artista specifico, ma non di una vera e propria orchestra di non professionisti. Ci muove un’idea di base: diffondere la cultura musicale. Che è poi uno dei principi in base ai quali gli enti pubblici dovrebbero garantire sostegno economico a chi fa attività come queste. E poi penso che non si debba pensare solo allo spettatore: bisogna anche promuovere il fare musica come uno dei piaceri della vita. Ecco perché credo fortemente nel dovere di salvaguardare le bande e i cori».
All’estero la formazione di gruppi sinfonici amatoriali è consuetudine. Uno di essi, formato da dipendenti della Bosch, ha tenuto anni fa un applaudito concerto nella chiesa di San Marco. Ma in questo caso si va oltre il selciato aziendale: l’orchestra sarà un'appendice di un'istituzione giovane ma prestigiosa - com’è la Verdi - ,avrà la propria sede nell’Auditorium di largo Mahler e sarà guidata da un musicista professionista, Matthieu Mantanus. Soprattutto, si misurerà con pagine tutt’altro che amatoriali. Il primo programma prevede l'ouverture Eugmont e la sinfonia n.1 di Beethoven, e il concerto per pianoforte KV 415 di Mozart. Primo concerto, a giugno.
«L’iniziativa nasce anche in seguito a stimoli esterni, che ci hanno fatto capire quanta voglia di suonare vi sia in chi ha studi musicali alle spalle», spiega Lucia Mencaroni, segretaria artistica della Verdi. «I pianisti, in particolare - prosegue -. Per l’organico cerchiamo però musicisti diversi». Cioè persone che abbiano dimestichezza con legni, fiati, percussioni e archi.
Ad arricchirsi di nuova musica non è solo l’Auditorium. Martedì sera, con un concerto all’Istituto dei Tumori, la Verdi ha inaugurato il progetto Musica in reparto, che da gennaio a maggio del 2006 vedrà altri cinque appuntamenti dedicati ai pazienti, e che si concluderà il 1° giugno con un concerto pubblico aperto a tutti. Quanto al teatro Arcimboldi, gli spettacoli targati Verdi sono quattro.

«Abbiamo risposto all’appello dell’assessore Zecchi, unendoci alle altre fondazioni culturali milanesi per formare la stagione di quel teatro, per un motivo: ribadire che l’eccellenza culturale di Milano è nel pluralismo. Insomma, la musica in città non è solo Scala». Quanto all’orchestra amatoriale, chi voglia conoscere i programmi delle selezioni iniziali o altre informazioni può chiamare il numero 02.83389.324 o 314.

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