«La verifica è assolutamente necessaria»

L’esponente Prc: «Intollerabile che la coalizione continui a vanificare le decisioni dell’esecutivo»

da Roma

Signor ministro Paolo Ferrero, ci risiamo: Prodi dice che a gennaio non c’è nessuna verifica. Un altro rospo da ingoiare?
«La verifica è assolutamente necessaria. Non adempimento burocratico, ma la scelta di che cosa fare nel 2008».
Prodi dice: «il programma non cambia».
«Non basta più un generico riferimento al programma. Siamo stati noi, in questi mesi, a denunciare lo stiracchiamento del programma concordato prima delle elezioni. Ora si tratta soltanto di scegliere i punti sui quali stringere nel 2008».
Fatti non parole.
«Fatti ci sono, magari non abbastanza. Ora vediamo quali altri fatti si possono compiere».
Vi diranno sì, una pacca sulla spalla e poi...
«No, la verifica stavolta è importante proprio perché tutta la maggioranza deve dire di sì e impegnarsi. Non è più tollerabile che nel governo si decidano delle cose e poi in sede di maggioranza se ne facciano altre».
Dini strepita e non ci sta.
«Per questo dico che alla verifica dovrà partecipare anche il senatore Dini».
Pare sia già con la testa altrove, ad altre maggioranze.
«Se è così dovrà dimostrarlo e argomentarlo, perché non mi pare che le sue argomentazioni siano fondate».
Non è vero che manchino soldi nella Finanziaria per una redistribuzione sociale?
«Non è assolutamente vero che i soldi non ci siano. Anzi, la nostra critica alla Finanziaria è basata proprio sul fatto che è troppo rigorista, tutta volta a una correzione netta del deficit».
Dini pensa a un governo istituzionale.
«Vedremo se Dini vuole fare altro, ce lo dovrà spiegare».
Allora da che cosa è mosso, dai «poteri forti»?
«È un tentativo di destabilizzazione per arrivare a un governo tecnico che risponda alle esigenze dei poteri forti: questo è evidente. Ma non ci stiamo ad aprire spazi a governi tecnici o istituzionali: in questo quadro porterebbero al disastro sociale».
Però la maggioranza in Senato davvero non c’è più. Più Dini strepita, più potranno chiedervi altri sforzi e senso di responsabilità.
«È un gioco al quale abbiamo detto di non essere più disponibili».
Di Prodi avete apprezzato le aperture verso una redistribuzione sociale. Ci credete?
«Ne dovremo discutere appunto nella verifica. Per noi la riduzione del carico fiscale sui salari può facilitare anche la chiusura positiva e rapida dei prossimi contratti in scadenza, a partire da quelli nel pubblico impiego. L’importante è ripristinare il potere d’acquisto dei lavoratori: assieme alla riduzione della precarietà e alla sicurezza nel lavoro, è un miglioramento delle condizioni dei lavoratori che resta centrale per poter restare in maggioranza».
Oggi al Consiglio dei ministri arriva anche il decreto Amato sulle espulsioni, senza la norma anti-omofobia. Direte di sì?
«Vedremo come la questione verrà posta.

Penso che occorra uscire dalla logica emergenziale e puntare a tre obbiettivi: sicurezza, lotta al razzismo e all’omofobia, l’approvazione rapida della nuova legge sull’immigrazione Amato-Ferrero. O c’è equilibrio tra queste tre esigenze...».
Oppure?
«Oppure la discussione torna in alto mare».

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