Con Veronesi e Valsecchi "Romeo è Giulietta" (sul set)

Nel film, Pilar Fogliati si maschera da uomo per avere la parte

Con Veronesi e Valsecchi "Romeo è Giulietta" (sul set)
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Già solo leggendo il titolo si svela il centro del soggetto, scritto peraltro dal vulcanico produttore di Zalone, Pietro Valsecchi, e dal regista Giovanni Veronesi, di Romeo è Giulietta pronto a invadere i cinema quasi 500 sale con Vision Distribution, che produce insieme a Indiana Production e Capri Entertainment, a partire da oggi, San Valentino. Perché in fondo il nuovo film del regista toscano, a distanza di qualche anno dalla parentesi dei due titoli sui Tre Moschettieri, è incentrato proprio su una storia d'amore, quella tra Vittoria e Rocco, una coppia di attori, interpretata da Pilar Fogliati (nella foto) e Domenico Diele, che cerca di sbarcare il lunario per lavorare nel mondo dello spettacolo. Quello dove sguazza il navigato regista teatrale Federico Landi Porrini (un Sergio Castellitto in stato di grazia), accompagnato dall'assistente e suo compagno Lori (Maurizio Lombardi) che di certo non aiuta i due giovani, entrambi respinti ai provini con epiteti poco politicamente corretti per il suo Romeo e Giulietta, spettacolo epocale e definitivo che dovrebbe segnare il suo addio alle scene e, spera lui, anche la definitiva consacrazione.

Vittoria però non demorde e decide di trasformarsi, con l'aiuto della truccatrice interpretata da Geppi Cucciari, in un uomo dall'improbabile nome Otto Novembre per ottenere la parte di Romeo. Cosa che ovviamente accade e che apre a una serie di equivoci che aumentano in maniera esponenziale quando il suo fidanzato viene scelto come sostituto per interpretare il ruolo di Mercuzio.

Un meccanismo narrativo classico lo utilizza lo stesso Shakespeare in La dodicesima notte che consente a Giovanni Veronesi, anche sceneggiatore con Nicola Baldoni e con la stessa Pilar Fogliati, di parlare anche di qualcosa di profondo: «Racconto una generazione, quella attuale, piena di ansie, di incertezze e alla ricerca di un'identità, e la società non aiuta. La nostra Vittoria sceglie di nascondersi dietro una maschera per trovare la sua identità, anche nel torto. Ma io trovo più simpatico chi ha torto rispetto a chi ha sempre ragione. Anche io mento ai produttori raccontando film più belli di quelli che faccio». E, a proposito di registi, Sergio Castellitto sottolinea come «il regista sia molto più mitomane dell'attore. Non farò i nomi di quelli a cui mi sono ispirato, ma qualche sassolino me lo sono tolto. Ho pensato a registi del passato dotati di sciarpa. Per il resto è commedia pura».

A questo riguardo la protagonista Pilar Fogliati, che aveva già collaborato con Veronesi per il suo film di esordio alla regia Romantiche, riflette: «Il sogno di ogni attrice è cambiare genere e fare l'opposto di sé. Per me è stata una grande opportunità. Mi sono chiesta come sarei stata se fossi un maschio e la risposta è stata proprio Romeo che per me è uno impacciato, che si nasconde e che è indegno delle cose grandi».

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