Tra le vette e i prati della Valle (d'Ayas) dove la fuga d'estate non è mordi e fuggi

Rifugio per chi scappa dall'afa cittadina ora è stata contagiata anche dal rito ambrosiano dell'aperitivo. Ma la magia del Monte Rosa è sempre la stessa

Tra le vette e i prati della Valle (d'Ayas) dove la fuga d'estate non è mordi e fuggi
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Come una freccia. Sin dentro al massiccio del Rosa. La Val d'Ayas si apre così, dalle prime soleggiate frazioni coricate su ampi prati verdi fin su a Saint-Jacques-des-Allemandes dove le acque fredde dell'Évançon scorrono turbolente in volute color del ghiaccio. Tutt'intorno i monti, vette sopra i quattromila. Il Castore e il Polluce. Il Breithorn. Altre più basse, ma non meno affascinanti. Il Testa Grigia, le Cime Bianche, lo Zerbion. D'inverno, quando il cielo le imbianca, sono uno spettacolo che dà pace, un paradiso per sciatori e snowboarder. D'estate, quando le città s'arroventano, la valle diventa il rifugio per molti milanesi che, tra Antagnod e Champoluc, trovano riparo. Accorrono qui per fare lunghe passeggiate, apprezzare la bellezza di posti incantati e soprattutto gustare cibi e vini che hanno saputo, con il passare del tempo, mescolare tradizione e innovazione.

Il tempo, appunto. Qui sembra scorrere più lentamente. Le giornate sono scandite dal sole che al mattino s'alza dietro al Crest e la sera, tardi, si corica dietro allo Zerbion. A pranzo, salendo da Barmasc, lasciato alle spalle il Green Ranch, e camminando lungo il Ru Courtod, non si può non sostare almeno una volta all'Alpe Corneuil. E non solo per le frittelle di mele accompagnate con il prosciutto crudo o per la delicatissima panna servita per dessert. La vista, che abbraccia la valle, racconta molto di queste terre e spiega bene perché molti milanesi si sono innamorati di questa valle. Qui, infatti, il turismo non è mordi-e-fuggi. Ci sono famiglie che hanno preso casa negli anni Settanta, quando gli alberghi e i ristoranti si contavano sulle dita delle mani. Altre sono arrivate dopo. In entrambi i casi chi si è innamorato della valle e dei suoi monti, è sempre tornato. Sia d'estate sia d'inverno.

Il boom edilizio è iniziato negli anni Novanta. Al tempo una nota compagnia telefonica aveva ambientato uno spot pubblicitario ad Antagnod. La prima volta che sono stato qui in vacanza, era il 1993, ci racconta un aficionado milanese. Un settembre piovoso. Subito dopo l'ora di pranzo, era impossibile trovare un posto che servisse un pasto caldo. Non una crespella o un po' di polenta, ma nemmeno un piatto con toma e mocetta. Da allora molto è cambiato. A Champoluc hanno aperto le terme con una splendida area relax che guarda dritto in faccia al ghiacciaio, un campo da golf nove buche, un campo da padel e una vastissima area gioco per bambini con tanto di pista per gli skate e le mountain bike. In tutta la valle si sono moltiplicate le seconde case. E ai ristoranti storici si sono aggiunti tanti nuovi locali che oggi garantiscono a tutti i turisti una scelta vastissima per passare un'ottima serata e gustare dell'ottimo cibo. Persino la milanesissima moda dell'aperitivo si è ormai insinuata nel bioritmo della valle. Ovviamente in un contesto tutt'altro che frenetico. Perché sorseggiare un gin tonic allo Sayoc, sul prato del Pian Villy, è di gran lunga meglio che nella caoticissima Isola o nel pieno della movida sotto l'Arco della Pace.

Nonostante negli anni il volto della Val d'Ayas sia cambiato, la magia è rimasta sempre la stessa. Ci sono frazioni che hanno conservato lo stesso incanto di un tempo. Chi non lo avesse mai fatto, si conceda due passi lungo rue des Fleurs a Palouettaz. O salga fino a Mandriou, ammiri la bellezza della chiesetta dell'Immacolata Concezione e poi dei pascoli tutt'intorno alla Tschavanna. O ancora: segua il sentiero che, lungo le fresche cascate che scorrono fino a Champoluc, porta fino a Mascognaz. Lì, tra le gelide acque dei ruscelli, è piacevole, dopo il pic nic, abbandonarsi a un sonnellino, pratica sconosciuta ai milanesi quando sono in città ma apprezzatissima quando questi stessi passano le vacanze in montagna.

Impossibile dire se sono stati i milanesi a contagiare la Val d'Ayas, trasformandola in un centro turistico che offre ormai davvero di tutto (imperdibili una passeggiata a cavallo al Green Ranch a Barmasc, un percorso di pura adrenalina al parco avventura di Champoluc o un giro in bicicletta lungo i sentieri più ripidi).

Oppure se ogni anno questa incantevole valle, coi suoi monti spettacolari e il suo splendente Lago Blu alle pendici del ghiacciaio, trasformi, ogni volta che glielo concede, il milanese imbruttito in un milanese con meno pensieri e più rilassato.

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