Mantova e la leggenda dei fiori di loto

Eleganti e leggeri i fiori di loto adornano i corsi d'acqua della bella Mantova, una danza lenta e romantica protagonista di un'antica e tragica leggenda

Mantova e la leggenda dei fiori di loto

Storia e raffinatezza da sempre caratterizzano la città di Mantova, legata all'epoca dei Gonzaga ma anche patrimonio dell'umanità dell'Unesco dal 2008. Arte, letteratura, cibo, scultura, architettura da sempre sono fiori all'occhiello della città lombarda, nota per il suo fascino ma anche per la fioritura dei fiori di loto. Delicata esplosione cromatica che caratterizza i laghi di Mantova, ovvero i bacini fluviali presenti lungo il fiume Mincio. Un evento che si rinnova ogni anno durante il periodo estivo, un'attrazione unica e davvero imperdibile, caratterizzata anche da un'antica leggenda. Scopriamola insieme.

Mantova e la leggenda dei fiori di loto

Fiore di loto

Per ammirare uno spettacolo di colori basta passeggiare lungo i corsi d'acqua di Mantova durante i mesi di luglio e agosto, lungo quelli che tutti conoscono come i laghi mantovani. Noti come Superiore, di Mezzo e Inferiore, avvolgono e proteggono la città che si staglia gloriosa riflettendosi sulle acque adornate da delicati fiori di loto. Non è chiaro come questi siano giunti fino a Mantova, c’è chi ne riconduce la presenza ai missionari Saveriani di Parma, gli stessi che nel 1914 decisero di impiegare la fecola ottenuta dai rizomi per realizzare del cibo, ispirandosi alla tradizione secolare cinese.

Qualche anno dopo, nel 1921, fu Anna Maria Pellegreffi, laureata in Scienze Naturali, a occuparsi di trapiantare i rizomi dei fiori di loto nel Lago Superiore di Mantova. Nonostante vari tentativi la farina non riuscì a ottenere il successo sperato, ma il fiore di loto si diffuse rapidamente divenendo parte integrante della flora del lago. E proprio alla presenza di queste deliziose piante acquatiche è legata un'antica leggenda, che narra le vicende di una giovane donna di origini orientali intenta a specchiarsi e ad ammirare le acque del lago.

Una distrazione la fece scivolare nelle profondità dello stesso inghiottendola per sempre, un evento che devastò il compagno presente durante la disgrazia. Secondo le narrazioni il giovane sparse nel lago i semi del fiore di loto, così che la presenza e il profumo celebrassero annualmente il ricordo dell'amata. Per poi gettarsi a sua volta nelle acque e morire con lei. Una vicenda triste, una leggenda che celebra la sofferenza della perdita e il ricordo dell'assenza.

Mantova e i fiori di loto, una spettacolare meta turistica

Distesa di fiori di Loto

I fiori di loto sono piante acquatiche dal lungo rizoma, con foglie a filo d'acqua e fiori singoli, in grado di emanare un forte profumo. Parte integrante della famiglia delle Nelumbonaceae devono il loro nome alle loro qualità in fatto di idrorepellenza e di pulizia, noto appunto come effetto loto. Il fiore infatti vanta un'immagine pulita, intonsa e pura, caratteristica che lo contraddistingue. Le specie più popolari sono il fiore di Loto Sacro (Nelumbo nucifera) e il fiore di Loto N. lutea. Il primo dai toni rosa, arancione, rosso e bianco è originario dell'Asia quale elemento ornamentale, con impieghi anche nella medicina cinese, nell'alimentazione, ma anche come fiore sacro.

Mentre il secondo è originario del Nord America e dei Caraibi e vira verso una tonalità che rimanda al giallo. Non essendo una pianta tipica della zona del mantovano la sua presenza è sempre motivo di orgoglio e meraviglia, anche se i quantitativi vengono regolati annualmente per impedire che i fiori colonizzino l'intero lago. Questo simbolo di purezza catalizza l'attenzione di molti visitatori che si spingono verso le acque del lago per ammirarlo da vicino.

Una possibilità offerta dalle tante motonavi presenti che solcano il Mincio attraverso itinerari fluviali di vera bellezza, con la giusta lentezza per attraversare placidamente i tanti canneti e i fiori di loto presenti.

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