Visitare il Cimitero Monumentale di Milano è un'esperienza imperdibile, è d'obbligo camminare all'interno di questo luogo così ricco di arte e fascino, ma anche di pace e silenzio. Eretto in una zona strategica, a pochi passi dal centro, è impossibile non notare la bellezza e la simmetria della sua struttura architettonica, dove troneggia il Famedio posto all'entrata dello stesso.
Ribattezzato dai milanesi come "museo a cielo aperto" conta una vasta presenza di statue, tombe, busti, edicole e mausolei in marmo, pietra, bronzo. Un insieme armonico ed equilibrato di pura bellezza dove il silenzio è d'obbligo, e dove comuni cittadini e personaggi più noti condividono il sonno eterno. E dove non mancano neppure storie e leggende del mistero.
Cimitero Monumentale di Milano, la sua storia
La genesi del Cimitero Monumentale è stata travagliata e lunga, funestata da innumerevoli cambi di gestione e politici, ma anche di bandi vinti e progetti rimandati o sostituti. Il tutto ebbe inizio nel 1837 quando, su richiesta dell'amministrazione austriaca del Regno Lombardo-Veneto, venne indetto un bando per la costruzione di un unico spazio che potesse accogliere i feretri di sei cimiteri di zona ma ormai in dismissione. Da quella data la fase progettuale e realizzativa subì innumerevoli ritardi, modifiche, la richiesta di nuovi bandi, la sostituzione dei progetti e degli stessi progettisti, in un percorso lungo quasi trentanni.
Solo nel 1860 venne indetto un ultimo bando, da parte del Comune di Milano, successivamente sospeso e traslato in avanti al 1863 quando a vincere fu l’architetto Carlo Maciachini. Una genesi davvero lunga e sofferta ma che alla fine dello stesso anno portò ai primi lavori di costruzione, fino alla benedizione il 2 novembre del 1886 per mano di monsignor Giuseppe Calvi e con l'apertura ufficiale il primo gennaio 1887.
Cimitero Monumentale, la struttura
Il Cimitero Monumentale ha subito diversi ampliamenti negli anni fino a raggiungere l'estensione totale di circa 250 mila mq, e senza stravolgere troppo il progetto iniziale dello stesso Maciachini. La struttura appare ordinata, simmetrica e di grande impatto, a partire dall'ingresso con la costruzione centrale del Famedio un tempo destinato a diventare una chiesa ora luogo di sepoltura dei milanesi, di nascita o d'adozione, definiti "illustri" o "benemeriti" o che si sono particolarmente "distinti".
Ai lati si sviluppano i porticati noti come Gallerie, dove sono presenti le Edicole funerarie ovvero imponenti monumenti appartenenti a famiglie influenti. L'intera area del cimitero appare modurale con un viale centrale, alle spalle del Famedio, intersecato a metà da un viale trasversale che contribuisce a suddividere lo spazio stesso in riparti. Sempre sull'asse centrale spiccano l'ossario e la necropoli, per poi raggiungere i giardini cinerari e il tempio crematorio. Quest'ultimo, primo in Europa, venne inaugurato il 2 novembre 1866, anche se la pratica venne a lungo osteggiata dalla chiesa.
Tra il marmo bianco del Botticino e il rosso scuro della pietra Simona si alternano tombe e sculture di fine fattura, vere e proprie opere d'arte, all'interno di un complesso architettonico che mescola sapientemente diversi stili dal romanico al bizantino, dal gotico al pisano. Senza dimenticare due luoghi unici e affascinanti quali il riparto degli Israeliti e il riparto degli Acattolici, posti ai lati del Famedio stesso, dove nel primo sono tumulati personaggi illustri di fede ebraica e nel secondo tutti coloro che abbracciano religioni diverse. L'intero Cimitero Monumentale vanta la presenza di innumerevoli strutture realizzate da artisti di fama mondiale, in particolare le edicole funerarie su commissione di famiglie illustri e note.
Tombe, leggende e misteri
Ciò che colpisce di questo lugo sacro è il grande silenzio che lo pervade, ma anche l'incredibile presenza di statue e sculture dal grande fascino. Tra angeli in marmo, statue e busti di bronzo che sembrano riposare o che appaiono cullati o trattenuti da mani misteriose, ma anche sculture senza vesti quasi spogliate prima di passare nell'aldilà. È un luogo senza tempo dove ogni tomba narra le gesta di chi vi riposa, attraverso la poesia dell'espressività artistica. Dove mistero e leggenda non possono mancare, a partire dallo stesso tempio crematorio osteggiato a lungo per paura che le anime dei morti continuassero a vagare per il cimitero senza trovare riposo.
La prima vera sepoltura risalirebbe al giorno della benedizione augurale quando venne traslata dal Cimitero di Porta Magenta la salma del compositore e collezionista di manoscritti e stampe musicali Gustavo Noseda. Morto nel gennaio dello stesso anno a causa della tisi. All'interno del Famedio, tra i tanti nomi noti, riposerebbe la salma di Alessandro Manzoni posta sopra un alto basamento e realizzata dallo scultore Giannino Castiglioni. Secondo una nota leggenda al momento dell'apertura della tomba, nel 1959, un raggio di luce avrebbe illuminato la bara e il corpo dello stesso Manzoni, ancora in perfette condizioni. Un evento quasi magico ma riconducibile a una spiegazione logica, la salma era stata imbalsamata e riposava all'interno di una teca di vetro che aveva creato un'illusione ottiva.
Un altro mistero è legato alla figura di Giuseppe Parini che morì nel 1799, mentre le sue spoglie vennero spostate dal cimitero della Mojazza verso il Monumentale. Ma il suo corpo non raggiunse mai Milano, secondo le testimonianze i suoi resti vennero smarriti durante il viaggio. Altre sostengono che all'apertura della bara il corpo non era presente.
Quale luogo di sepoltura e pace il Cimitero Monumentale racconta le gesta dei suoi defunti attraverso l'incredibile arte funeraria delle tombe, un percorso incredibile che vale la pena di intraprendere.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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