Viaggiare in metro, roba da survival

Un guasto tira l’altro. Non c’è pace per la metropolitana di Roma. Soprattutto non c’è pace per gli utenti della metro romana, costretti con frequenza non normale a scendere dai convogli in galleria e a raggiungere a piedi la fermata dei bus sostitutivi. È accaduto l’ultima volta domenica pomeriggio, quando un covoglio della linea A si è bloccato in un tunnel fra le stazioni Furio Camillo e Colli Albani, costringendo i passeggeri alla sopracitata trafila e ad una caccia senza speranza alle navette insufficienti per tutta la gente rimasta a piedi, visto che l’«inconveniente» aveva costretto gli addetti ai lavori a sospendere il servizio tra San Giovanni e Anagnina e la gente continuava a riversarsi dal centro all’ultima stazione disponibile.
Ieri, a meno di 24 ore di distanza, l’ennesimo guasto ha fermato per quasi un’ora il servizio della ferrovia Roma-Pantano, interrotto tra le fermate di Laziali e Porta Maggiore. Nulla in confronto a quanto sono abituati a sopportare gli utenti della metro, alle prese con disservizi quasi quotidiani, sempre in attesa che i lavori di ammodernamento, che alle nove di sera fermano i convogli, aggiungendo disagi a disagi, finiscano al più presto e contribuiscano a migliorare le cose. Chissà. Il capogruppo della Dc alla Pisana Fabio Desideri è uno che tiene bene il conto di certi problemucci: «Dal 17 ottobre scorso, giorno del tragico incidente - dice - sulla tube romana si viaggia con una media di quasi un blocco alla settimana. Prendendo in considerazione solo i casi ufficiali, sulla linea A si sono registrati almeno 9 blocchi dovuti a incendi, avarie e guasti. Tra questi c’è anche la chiusura della stazione Repubblica per cattivo odore, caso unico al mondo su cui attendiamo ancora risposte». «Continua la via crucis della metro», commenta Michele Baldi, capogruppo di Fi in Comune. Ma vediamo nel dettaglio quante volte la metro si è fermata per rotture di vario genere dopo lo scontro del 17 ottobre scorso, che costò la vita ad una ragazza. L’inchiesta è in corso e non è ancora chiaro da cosa fu determinato il tamponamento, se da un guasto o dall’eccessiva velocità del convoglio. Tre giorni dopo, il 20 ottobre, tocca ad un treno partito da Anagnina bloccarsi in pieno servizio. Impossibile trainarlo: la società Met.Ro decide di chiudere il traffico verso Battistini con 15 minuti di anticipo rispetto al previsto orario di chiusura, le 21. Il 24 ottobre circolazione interrotta dalle 8,05 alle 8,15 sulla linea B a causa di problemi all’alimentazione della rete. Cose che accadono, si dirà. E allora andiamo avanti. Due giorni più tardi un treno rimane fermo in galleria tra le stazioni Colosseo e Cavour per un blocco al sistema frenante e i passeggeri sono costretti ad un’attesa di mezz’ora in galleria prima di essere evacuati. Ma niente paura. L’indomani il sindaco tranquilizza tutti: «La sicurezza è garantita». Il primo novembre la stazione della linea A Ponte Lungo viene chiusa per un incendio ad un quadro elettrico. Il 3 novembre, questa volta sulla linea B, il servizio è fortemente rallentato a causa di un furto di rame sui binari. Il 14 dicembre la circolazione sulla linea A viene sospesa tra Anagnina e Giulio Agricola per motivi tecnici. Guai sempre sulla linea A il 19 dicembre: due circuiti in avaria rallentano il traffico su un tratto di binario, facendo accumulare ritardi ai convogli. Fumo in banchina limita il servizio per 50 minuti alla fermata Ottaviano. Il 15 gennaio è il suicidio di una donna a far chiudere la stazione Lepanto.

Il 17 gennaio il servizio sulla linea A è rallentato a causa di un guasto ad un treno, il 20 gennaio c’è un altro suicidio. Il 31 gennaio, invece, è la puzza a bloccare la fermata Repubblica della linea A: si tratta delle esalazioni provenienti da un prodotto utilizzato in un cantiere.

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