Viaggio negli incubi del Simbolismo

Viaggio negli incubi del Simbolismo

Meno male che c'è Lugano, un'autentica salvezza per i lombardi amanti dell'arte che ogni anno in terra ticinese possono contare su vere mostre internazionali, non sempre facili ma ricche e scientificamente pensate. Allora, nel weekend piovoso può essere un'ottima idea quella di fare una bella gita nella vicina città svizzera e visitare al Museo Cantonale la mostra intitolata «Miti e misteri, il Simbolismo e gli artisti svizzeri». Una corrente europea, quella nata alla fine dell'Ottocento, poco valorizzata perchè sovrastata dal successo di Impressionisti e avanguardie, ma che negli ultimi anni sta ritrovando il meritato riconoscimento da parte di critica, pubblico e mercato dell'arte. Misterioso, denso di allegorie e stilisticamente assai raffinato, il Simbolismo ha certamente pagato lo scotto di essere apparentemente lontano dalla febbre modernista della Belle Epoque. Eppure i suoi migliori interpreti, che fondarono i presupposti ideologici sul manifesto della poesia simbolista pubblicato su Le Figaro da Jean Morèas, incarnarono forse più dei contemporanei quel desiderio di capire il lato oscuro dell'uomo nato con l'avventura della psicanalisi. Gustave Moreau, Pierre Puvis de Chavannes, Arnold Bocklin, il gruppo dei Nabis e quello di Pont Aven, svilupparono un percorso intimo e personalissimo, in un universo artistico popolato di simboli, elementi mitologici e riferimenti onirici. In primo piano la donna, angelica o demoniaca, e la natura paradisiaca e inquietante. Il Museo Cantonale di Lugano, nella mostra a cura della storica Valentina Anker, mette in luce il significativo contributo che la Svizzera diede al movimento attraverso artisti colti e raffinati come il già citato Bocklin, Johann Heinrich Füssli, Ferdinand Hodler. In mostra oltre duecento opere tra dipinti, sculture, disegni, incisioni e manifesti degli artisti che al realismo contrapposero un'estetica apparentemente decorativa con allusioni esotiche e atmosfere tra sensualità e misticismo. Nell'esposizione, gli artisti svizzeri sono affiancati dalle opere dei maggiori simbolisti internazionali in virtù della collaborazione tra il Kunstmuseum di Berna, il Museo Cantonale d'Arte e il Museo d'Arte di Lugano. Il percorso espositivo mette in luce non soltanto i diversi linguaggi con cui quegli artisti seppero esprimere le inquietudini dell'epoca ma anche il ruolo determinante offerto alla rivoluzione delle avanguardie del Novecento.

«La sensibilità contemporanea, l'interesse per il cosmo e per le pratiche di igiene spirituale - scrive la Anker - non fanno che confermare la grande attualità del Simbolismo». Tra i capolavori in mostra opere di Böcklin, Giacometti, Füssli, Hodler, Segantini, Schwabe, Trachsel, Vallotton, Franzoni, Luigi Rossi, ma anche Klimt, Moreau, Redon, Rodin, e von Stuck.

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