
In una lettera di dimissioni dal colosso statunitense di data-mining Palantir, risalente a cinque anni fa, un ex impiegato ha scritto: «Palantir lavora per rianimare i propri clienti. La mission societaria non è il rinvigorimento dei bilanci, ma la propagazione di una nuova cultura... È una società di psicologia, di disseminazione culturale, un rabbino, un prete per i nuovi signori che governano il mondo. Il software di Palantir è il corpo che incarna questa nuova ideologia». La lettera, dal tono misticheggiante, non sorprendentemente si intitola Abbandonando la Contea.
La Contea, The Shire, è il nome del centro operativo di Palantir a Palo Alto, un edificio futuristico con vetrate ampie e scurite attraverso cui filtra il caldo sole californiano, irradiandosi tra piante da ufficio, scrivanie e il logo della società stampigliato ovunque. «Save the Shire», così recita il motto di Palantir. Salvare la Contea. E la Contea, esattamente come il nome stesso di Palantir, è figlia del feticismo che magnati del Tech e nerd della Silicon Valley nutrono per l'opera di John Ronald Reuel Tolkien, Il Signore degli Anelli. I Palantiri, che rinveniamo nel secondo volume della saga, sono pietre veggenti di fattura elfica e consentono di sorvegliare e comunicare. Dalla natura complessa e ambigua, come molti manufatti elfici, nelle mani dei magnati del Tech sembrano però essere sbrigativamente, come ricorda Alessandro Aresu in Geopolitica dell'intelligenza artificiale, piegati alla sola logica del bene. Una complessità ben chiara invece a una manifestante anti-Palantir che anni fa, quando la società iniziò a sviluppare software per il tracciamento dei migranti, esibì un cartello con su scritto «Non puoi salvare la Contea se lavori per Mordor».
Il fondatore di Palantir, il venture capitalist Peter Thiel, governa un impero tecno-finanziario dai nomi quasi esclusivamente tolkieniani e, per essere ancora più precisi, elfici. Ricorda George Packer nel suo I frantumi dell'America come Thiel abbia letto da ragazzino Il Signore degli Anelli almeno dieci volte, arrivando quasi a memorizzarlo tutto.
Oltre a Palantir, creata dopo gli attacchi terroristici dell'11 settembre 2001 assieme ad alti dirigenti di PayPal e ad Alexander Karp, attualmente amministratore delegato e curiosa figura di tolkieniano futurista post-marxista con dottorato a Francoforte, Thiel ha snocciolato una cosmologia societaria che si nutre delle suggestioni della Terra di Mezzo.
C'è la Valar, il cui nome deriva dal nucleo mitologico fondante di Arda: si tratta di una società che è stata utilizzata per movimentazione di capitali e per operazioni in Nuova Zelanda, la terra dove Peter Jackson ha diretto il film tratto dall'opera tolkieniana. Ci sono poi la Lembas, il nutriente «Pan di via» elfico di cui Sam e Frodo si ciberanno durante l'accidentato viaggio verso Mordor, e la Rivendell, conosciuta nella edizione italiana come Gran Burrone. Nelle mani di Thiel diventano holding e veicoli societari per dismettere le partecipazioni azionarie di Facebook, piattaforma di cui è stato uno dei principali finanziatori esterni.
Una menzione a parte meritano le società dall'aroma tolkieniano che hanno rappresentato l'incubazione politico-professionale, sotto gli auspici di Thiel, di J.D. Vance, attuale vicepresidente Usa. La Narya, l'Anello del Fuoco, simbolo di prosperità, un fondo di venture capital fondato da Vance dietro finanziamento di cento milioni di dollari da parte di Thiel, e la Mithril, armatura elfica che salverà la vita a Frodo nelle oscure caverne di Moria, società di finanziamenti per algoritmici progetti di sicurezza non dissimile, nelle idee, da Palantir.
Ma anche fuori dal diretto range operativo di Thiel, la Terra di Mezzo volta alla società algoritmica acquista consensi. La Anduril Industries di Palmer Luckey e Trae Stephens, co-finanziata da Thiel e dallo studio Andreessen Horowitz e che ha fatto orientare la Silicon Valley verso la prima aborrita industria bellica, mutua il nome dalla spada di Aragorn e proprio spade, in metafora, produce; droni, carri armati, sommergibili, tutto in assenza di esseri umani, visto che questi micidiali strumenti sono governati da intelligenza artificiale. Anduril è all'avanguardia e i suoi prodotti piacciono all'Inghilterra, qui anche con l'aiuto di Leonardo UK, e Germania. L'Ue, in questi tempi di riarmo, tra un Libro Bianco e l'altro prenda nota.
C'è poi Athelas, erba magica il cui unguento viene usato da Aragorn per curare la ferita inflitta al povero Frodo dal pugnale maledetto di un Nazgûl. Fondata da un ex socio di Thiel, si è occupata non sorprendentemente di software legati alla sfera sanitaria.
La passione per la Terra di Mezzo da sempre pervade, come una esotica e psichedelica febbre, la California e più in particolare la Silicon Valley. Non solo quella parte di essa che ormai da tempo guarda a destra e che si è inoculata, al seguito di Trump, nel cuore dell'amministrazione americana, ma anche quella vasta congerie tecno-hippy e controculturale che ha animato, tra le varie, Google e Facebook. Come ricorda il dirigente di Facebook Andrew Bosworth, all'avvicinarsi delle elezioni presidenziali del 2020 si sentì come Frodo che offre l'Anello del potere a Galadriel. A lasciar intendere la tremenda responsabilità che gravava sulle proprie spalle. Molti informatici, ingegneri e startupper si percepiscono affini agli hobbit, individui minuscoli alle prese con una sfida titanica, e a tal proposito, Maria Sachiko Cecire, nel suo ampio studio Re-Enchanted, ha parlato di un medievalismo fantasy della Silicon Valley.
Mentre per Thiel, allievo a Stanford di René Girard, la scelta elfica tradisce una visione più
elitaria e individualistica. Per lui, l'opera di Tolkien affresca come e quanto il potere possa corrompere e come solo la preveggenza possa spezzare la stagnazione e rianimare la civiltà. Come ha l'ambizione di fare Palantir.
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