Da Milano a Cefalù per curarsi. Il percorso inverso, dalla Lombardia alla Sicilia, rispetto ad anni e anni di viaggi della speranza verso Nord per essere seguita in una struttura d'eccellenza - l'ospedale San Raffaele Giglio della cittadina normanna in provincia di Palermo - che un po' milanese è, d'origine, ma che da anni vive e cresce autonomamente in Sicilia, a dispetto del marchio di malasanità che troppo spesso accompagna le strutture ospedaliere del Sud.
Il singolare viaggio della speranza al contrario, reso noto dalla direzione sanitaria del nosocomio, è quello di una donna lombarda di 42 anni, residente a Milano. La signora, affetta da un tumore alla cervice dell'utero, si era rivolta prima ad un ospedale milanese. Ma appena appreso che il suo medico di fiducia - il dottor Roberto Tozzi, chirurgo di ginecologia oncologica, medico del Cancer center di Oxford - lavorava in Sicilia non ci ha pensato un attimo e ha fatto i bagagli anche lei, destinazione Cefalù.
Per la cronaca, l'intervento è stato già effettuato ed è andato molto bene. La signora, che ha subito un intervento in laparoscopia con una tecnica mini-invasiva, ha avuto un buon decorso post operatorio e presto potrà tornare a casa.
Non è in assoluto il primo caso di "migrazione sanitaria" al contrario quello che il San Raffaele Giglio ha registrato. Nel 2008 sono stati 210 - su 9mila ricoveri - i pazienti provenienti da fuori regione che sono stati curati nella struttura siciliana.
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