Luca Rocca
Il futuro politico di Enrico Gasbarra potrebbe non essere più roseo. Anzi, cè chi pensa che dora in poi la sua strada si farà sempre più in salita, al punto da rendere difficile, se non impossibile, la realizzazione delle sue ambizioni. Le voci raccolte in ambienti molto affidabili della Margherita raccontano che il presidente della Provincia sia molto in difficoltà dopo le sue ultime sortite. I fatti sono semplici. Fino a qualche mese fa Gasbarra, provenienza Dc, corrente sbardelliana, militava, comera logico che fosse, nella componente «popolare» della Margherita, per intenderci quella che fa capo a Franco Marini. Da qualche tempo a questa parte, però, la sua fede politica è diventata molto ulivista, quindi molto prodiana, così come quella dei suoi uomini più fedeli: Franco Cioffarelli, assessore al Commercio in Campidoglio (che ora rischia di perdere il collegio alla Camera a cui aspirava) Luca Giansanti capogruppo in aula Giulio Cesare, e Franco Dalia, Consigliere regionale, tutti impegnati a lavorare per la lista unitaria sognata da Prodi. Fin qui nulla di strano: a tutti è concesso cambiare idea. Il problema è che Gasbarra e i suoi non si sono limitati a questo ma avrebbero dichiarato guerra a Marini e al suo nuovo alleato di ferro, cioè Francesco Rutelli. Da quello che si racconta nei soliti ambienti del partito, Gasbarra sarebbe uscito molto ridimensionato proprio dalla sconfitta subita da Prodi, costretto a fare marcia indietro sullidea della lista unitaria a causa della presa di posizione di Rutelli e degli ex popolari. Ma cosa ha spinto il presidente della Provincia, pupillo di Rutelli (lo ha voluto con sé nella Giunta quando era sindaco di Roma) e di Marini (lo ha voluto come vicesindaco) a compiere scelte così azzardate e da molti giudicate incoerenti? A quanto pare a scompaginare i suoi piani è stata linattesa vittoria di Piero Marrazzo.
SEGUE A PAGINA 46
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.