Gian Piero Scevola
Prima erano in due sulla panchina della Triestina (Buffoni-Calori), adesso sono addirittura in tre a decidere la formazione: il presidente Flaviano Tonellotto (bizzarro personaggio che ora ha deciso di farsi pagare le interviste), il dg Franco De Falco e lunico vero allenatore tra i tre, Pietro Vierchowod.
Una panchina per tre, un fatto anomalo. Ma, caro Vierchowod, chi prende la decisione finale sul far giocare un giocatore piuttosto che un altro o su una sostituzione durante la partita?
«La formazione sarà lespressione di un ragionamento a tre in totale collaborazione. Io la gestirò in panchina durante la partita e al sabato».
Ma non si sente dimezzato, anzi ridotto a un terzo di quello che è un vero allenatore?
«Io farò lallenatore, mi hanno chiamato per questo e sono convinto che col presidente Tonellotto non ci saranno problemi».
Insisto, vorremmo capire bene: ma chi fa la formazione?
«La scelta dei giocatori da mandare in campo sarà comune e non mi sembra nulla di particolarmente strano».
Però non le sembra strano che un allenatore debba subire la volontà e le decisioni tecniche del presidente?
«Voglio essere sincero fino in fondo, alla Triestina ci sono tutte le condizioni per fare bene. Domani abbiamo la prima partita, in casa con lAlbinoleffe, e quello sarà il primo banco di prova per questa collaborazione a tre».
Dicono che lei sarà un allenatore con due suggeritori.
«Mettetela come volete, ma anche nel passato ci sono stati tecnici con a fianco presidenti o dirigenti che avevano voce in capitolo sulla formazione e sulle scelte tecniche».
Lei era assente da tre anni, dopo lesonero subito in C2 dalla Fiorentina. Con quale spirito ricomincia?
«Intanto avevo la voglia matta di ritornare in panchina. Per questa nuova avventura lentusiasmo non mi manca proprio, anche perchè credo nel progetto che la Triestina intende portare avanti. La società è seria, i programmi sono seri, io devo metterci del mio per arrivare il più in alto possibile. E poi riparto dalla serie B, una categoria e una piazza importante».
Lei è arrivato a 562 presenze in A, con titolo mondiale, scudetti e coppe nel palmares. Perchè ha deciso di interpretare questo ruolo un po bizzarro?
«È una scelta mia, credo in quello che faccio e sono convinto che la mia professionalità non sarà sminuita dal far parte di questa triade».
Ha allenato il Catania in C1 nel 2002 e la Fiorentina in C2 nel campionato successivo.
«Ovviamente tocco ferro, ma nel mio interesse cè lintenzione di ottenere il massimo per la squadra. E di restare il più a lungo possibile a Trieste, magari portandola in serie A».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.