Beatrice Belli
Quando si mette in dubbio lesistenza in vita della cotoletta e dei suoi «parenti» culinari in tavola, in questo mondo un po «carnivoro» lironia non fa proprio presa, verdi o no. La carne è carne, e la libertà «è sacra». Lazzurro regionale, Carlo Saffioti, forse scherzosamente verde-vegan, a quanto pare ha voluto avventurarsi sulle strade della provocazione dal colore anti-animalista. Ha presentato un progetto di legge per vietare in Lombardia, non solo la vendita, ma anche il consumo della tanto «amata». Addio anche al salmone affumicato, la pizza al prosciutto e persino alla pasta alle vongole. Prima che qualche anemico svenisse, il presidente della Commissione attività produttive lombarde, ha chiarito tutto. Saffioti: «Trattasi di proposta provocatoria per far riflettere sullipocrisia e la demagogia di chi parla di caccia». In soldoni, se cè chi condanna i cacciatori che uccidono per piacere e non per necessità bisogna che qualcun altro condanni chi la vende e chi la mangia. Un piano ben architettato: il consumo della bistecca, secondo progetto, sarebbe consentito solo per motivi medici, con vendita in farmacia; pena per i trasgressori da 5 a 100mila euro, previsti anche per chi ha in mente di mettere scorte nel freezer. I seriosi Verdi, nei panni del capogruppo Carlo Monguzzi, hanno risposto prima con una bacchetta delle solite poi con una lezione di «libertà», sacra e servita alla brace: «Questa è goliardia, il Consiglio dovrebbe fare cose serie.
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