L'ipoglicemia (o basso livello di zuccheri nel sangue), è un problema per le persone con diabete. Si tratta di una condizione non solo spiacevole per chi la sperimenta, ma anche potenzialmente pericolosa. Può essere causa di gravi conseguenze a livello del sistema cardiovascolare e di quello nervoso centrale. Episodi ipoglicemici sono spesso responsabili di cadute e fratture, o peggio, di incidenti stradali, se la crisi subentra mentre il paziente è alla guida di un'auto.
Ridurre il rischio di manifestazioni ipoglicemiche, è però possibile. Si parte da un corretto stile di vita e dalla scelta delle terapie più adeguate, che non determinano ipoglicemia. Un avanzamento è rappresentato dalla disponibilità di terapie farmacologiche innovative che appartengono alla classe delle incretine. «Negli studi di confronto testa a testa randomizzati in doppio cieco, tra pazienti trattati con sitagliptin e sulfaniluree - spiega Agostino Consoli, professore ordinario di endocrinologia presso l'università di Chieti - emerge che gli inibitori della Dpp-4 come sitagliptin hanno una efficacia nel ridurre la glicemia simile a quella delle sulfaniluree, ma senza gli effetti collaterali, come l'ipoglicemia e l'aumento del peso corporeo». Dati iniziali di alcuni recenti studi, inoltre, sembrerebbero evidenziare che sitagliptin, rispetto alle sulfaniluree, avrebbe una maggiore capacità di mantenere nel tempo l'efficacia nella riduzione della glicemia (durability). Secondo stime, infatti, ogni anno in Italia vi sono circa 15mila ricoveri per ipoglicemia severa, per un totale di circa 48milioni di euro a carico del Servizio Sanitario Nazionale, senza contare gli episodi che richiedono un accesso al pronto soccorso. Le crisi ipoglicemiche, sono un punto cruciale, nella gestione della patologia diabetica.
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