La giustizia, «puntualmente», è arrivata dopo 12 anni. Potenza della burocrazia. La storia, comincia nel 95, quando un uomo, allepoca 43 anni, residente a Nova Milanese, è arrestato per violenza sessuale ai danni della figlia minorenne. Reati terribili. La ragazza, per qualche tempo vive il suo incubo in silenzio, poi trova il coraggio e in lacrime racconta tutto alla mamma. Iniziano le indagini da parte degli agenti che lavorano al commissariato di Monza. Alluomo, un operaio, è tolta la patria potestà. Nel frattempo, il matrimonio va in frantumi. La versione della ragazza è risultata credibile: il padre sconta un paio di mesi in cella, quindi è rilasciato in attesa del processo. Inizia la trafila giudiziaria.Il violentatore finisce alla sbarra davanti ai giudici del tribunale: si becca una condanna. Il legale lo consiglia di presentare ricorso in Corte dAppello, intanto gli anni passano e la sentenza di primo grado è confermata. Loperaio che oggi ha 55 anni, non si dà per vinto, pretende il parere della Cassazione. Trascorrono 144 mesi e luomo è riconosciuto colpevole. Non ci sono più cavilli a cui aggrapparsi. Laltro giorno la Procura di Milano emette lordinanza di carcerazione. I carabinieri di Nova si presentano a casa del condannato e gli infilano le manette ai polsi.
Davanti ai militari in uniforme loperaio non oppone resistenza: si lascia infilare nella gazzella che parte verso la caserma. In carcere dovrà scontare quattro anni e tre mesi. Finalmente. Senza premura, con calma olimpica, la giustizia non si è dimenticata di lui.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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