Vita e carriera delle conigliette «La pensione? Sposare un ricco»

Ogni anno le ex «animatrici» dei Playboy Club si riuniscono in un hotel di Las Vegas per insegnare alle ragazze l’arte della seduzione

Nino Materi

La madre di tutte le conigliette è una fascinosa signora di 82 anni che nella famiglia delle bunnies (le famose, e formose cameriere «animatrici» dei Playboy Club sparsi per gli States) occupa un ruolo speciale: miss Lila Helms è infatti la presidente dell’unico sindacato femminile in cui le iscritte hanno come segno di riconoscimento due lunghe orecchie rosa e un pon pon fucsia sul sedere. Anche oggi che Lila e le sue colleghe pensionate non sono più sexy come quando erano giovani, non rinunciano a quei simboli di seduzione. Ogni anno si ritrovano in un hotel a 5 stelle di Las Vegas e ricordano i bei tempi passati. Riunioni che non sono solo patetici amarcord, ma veri e propri corsi di aggiornamento professionale seguiti dalle «emergenti» che sborsano senza batter ciglio 4mila dollari di iscrizione pur carpire dalle «veterane» i segreti per conquistare il mitico paginone centrale dell’unica rivista al mondo capace di trasformare una semplice bellezza in un’icona erotica. È accaduto a Pamela Anderson, è accaduto ad Anna Nicole Smith e ad altre centinaia di playmate che stanno alle migliaia di bunnies come le dive di Hollywood stanno alle Veline di «Striscia la notizia». A spiegare il divario che c’è tra una playmate e una coniglietta è proprio miss Helms che al centro del «giornale che si legge con una mano sola» (come fu maliziosamente ribattezzato Playboy) non è mai arrivata: «Le mie foto da ragazza parlano chiaro, non ero certo meno sensuale di tante colleghe che Hefner ha scelto per il set fotografico».
«Noi conigliette - racconta Ellen Mattis, 76 anni, moglie del campione di baseball John Sallivan - non eravamo le maggiorate che posavano sulla rivista nel cosiddetto “abito del giorno della nascita”, il birthday suit come allora allusivamente chiamata la foto senza veli. Vivevamo questa situazione in maniera frustrante, ma anche a noi capitavano occasioni d’oro. L’importante era non farsele sfuggire...».
La stessa cosa è accaduta alla maggior parte delle bunnies che non hanno mai fatto il grande salto qualitativo, rimanendo intrappolate nel limbo dei Playboy Club: un purgatorio della seduzione che però non ha impedito alle conigliette di «sistemarsi» in maniera più che dignitosa. Nel passato come in tempi più recenti. Emblematica la vicenda economico-sentimentale di Susanna Werner, ex compagna di Ronaldo che la «notò» in un accaldato dopopartita in un Playboy Club di Rio de Janeiro. La love story è finita dopo qualche anno, ma la ricca buonuscita ottenuta da Susanna dal Fenomeno è diventata leggenda al box office delle conigliette cacciatrici di dote. Statistiche ufficiali non ce ne sono, ma dalle convention di Las Vegas emergono dei trend che la dicono lunga su come sia facile per una brava coniglietta accalappiare i cummenda di ogni parte del mondo.
«Il 30% di noi - assicura Sonia Petty, coniglietta degli anni ’70 - si è sposata con un industriale, il 20% ha trovato marito nel mondo dello spettacolo, il 40% ha racimolato il necessario per una vecchiaia dorata adattandosi a fare l’amante di uomini facoltosi, non disdegnando qualche boss della malavita».
Ma non sempre le playmate hanno fatto meglio delle bunnies. Lo racconta con comprensibile orgoglio Sally Pelgrin, 72 anni, sorella gemella di Janet Pelgrin: «Sally sembrava lanciata verso un sicuro successo, tanto da conquistare tre paginoni in due anni.

Io invece dovevo accontentarmi di fare la barista nel Playboy Club di San Francisco. Sapete com’è andata a finire? Lei è rimasta zitella e io mi sono sposata con il “re” della carne in scatola e vivo in una villa che sembra una reggia». Tiè.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica