(...) il Bernini, rivive nelle realtà virtuale cliccando con il mouse e racconta ancora (crediamo per poco) di un certo stile di vita e di educazione che evidentemente non ha «pagato». I numeri di telefono sono muti. Squilla a vuoto il telefono dellufficio del rettore, squillano a vuoto molte altre utenze di chiese e case gestite dai padri barnabiti, e alla fine quando qualcuno dallaltra parte risponde, cortese ma senza possibilità di appello dice che della storia del vittorino da Feltre si è già parlato tanto sui giornali e anche a «sproposito». Si viene a sapere solo che lex rettore è a Milano, non si sa bene dove e per quanto tempo. Insomma, non si sa più nulla.
Cala così, senza possibilità di replica, il sipario sulla vita dellIstituto Vittorino da Feltre, fiore allocchiello di una certa educazione cattolica di una Genova che non cè più. I lettori del Giornale che hanno seguito il caso sulle pagine del loro quotidiano si chiedono e ci chiedono come mai nessuno commenta una vicenda che non dovrebbe essere relegata a una mera compravendita. Non si sa se i padri Barnabiti abbiano chiesto sostegno alle istituzioni locali quando hanno verificato limpossibilità economica di mantenere la scuola in vita. Di certo si sa invece che, già nellagosto dello scorso anno, lamministrazione dei Barnabiti aveva deciso le sorti della scuola. In una delibera del capitolo generale si legge che «preso atto delle indicazioni emerse dalla relazione del Superiore provinciale della provincia italiana del nord a proposito della situazione particolare dellIstituto scolastico Vittorino da Feltre di Genova, il capitolo generale decide di applicare con urgenza i criteri di ridimensionamento».
Dallagosto 2006 è trascorso un anno. Nel silenzio quasi generale.
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