Wi-fi gratis in città: ecco perché Genova non si fa prendere nella rete

Wi-fi gratis in città: ecco perché Genova non si fa prendere nella rete

Non chiedetemi di pensare Genova come una Città Digitale. Se lo fosse saremmo tutti - giovani e senior, cittadini e turisti - beatamente connessi con telefono o portatile a controllare posta e notizie con il Wi-Fi. Che invece è poco e già troppo complicato. Se la lotta al Digital Divide - alla disparità di accesso a internet - è un obiettivo di Città Digitale, braccio tecnologico del Comune, armatevi di pazienza per scoprire a che punto siamo. Oggi Genova può «vantare» un'isola felice, la Biblioteca Berio, cui presto si aggiungeranno Bruschi e De Amicis. In via del Seminario ci si connette gratuitamente a tempo illimitato, previa registrazione. Privilegio da studenti, 150 in più al mese: gli altri pagano 5 euro l'anno. Poco distante un'altra, grande, zona Wi-Fi: Porto Antico. Si acquista una Card (12 euro: flat annuale; 3 euro: 10 ore di navigazione in una settimana) e si procede all'autenticazione, valida anche un'ora al giorno, fino a giugno, nelle isole gestite da Vallicom. L'azienda, infatti, ha una partnership con Cittadini Digitali, associazione guidata da Furio Truzzi: insieme hanno messo in piedi, o meglio in aria, 22 isole Wi-Fi (la prossima in via Fiasella) e stanno lavorando per completarne 50 tra Imperia e provincia e altrettante verso il Levante. Il modello coinvolge i commercianti, che ci mettono la connessione e un contributo per l'Hot Spot (costo 500 euro; 300 per i soci Ascom) e gli utenti con 12 euro l'anno (Card per un'ora di navigazione al giorno più alcuni servizi) o 3 euro (Card da 10 ore di connessione). L'azienda provvede all'autenticazione e alcuni progetti hanno finanziamenti dalla Camera di Commercio di Imperia e da due Assessorati Regionali. Il panorama del Wi-Fi a Genova è ahimé presto detto ma ha già due password e tre modalità operative in una manciata di chilometri. Più di qualcosa non funziona: Città Digitale voleva un unico «cartello» (stessa offerta e interoperabilità) e più gestori, ma poi mette il Wi-Fi alla Berio, che sì non varca le sue mura, ma è flat e costa meno perché finanziato dal Comune. Concorrenza sleale? Di questo si sta discutendo anche a livello nazionale, quando province o comuni offrono, rispetto alle aziende di telecomunicazioni, internet gratis ai cittadini. Ma questo non sta fermando nessuno. Restiamo a Genova: ad aprile è atteso il bando del Comune per affidare in comodato gratuito una decina di aree, tra la Foce e Sampierdarena, già dotate di infrastrutture e rodate con Intranet, servizio sulla mobilità. Il vincitore dovrà garantire all'utente con Card da 12 euro annuali accesso alla rete a tempo illimitato per un anno: modello Porto Antico, per intenderci, che infatti Città Digitale ha seguito. È un tentativo di fare ordine ma «è difficile prevedere la risposta dei privati: anche se diamo la possibilità di offrire servizi extra, a pagamento, il Wi-Fi non è un gran business» spiega Joy Marino di Città Digitale. Sarà per questo che Cittadini Digitali conta sui commercianti per le sue isole «con cui offriamo un servizio che dovrebbe essere garantito dal Comune» precisa Truzzi. «Abbiamo già chiesto l'affidamento diretto di queste zone perché gestiamo il 90% delle isole Wi-Fi a Genova, senza alcun aiuto dal Comune: perché dovremmo partecipare alla gara? E se poi vincesse un altro, perché dovremmo essere interoperabili?». Quindi: da una parte Città Digitale che vorrebbe espandere il Wi-Fi tramite bando senza esclusive; dall'altra un'associazione che opera con forza sul territorio. «Il nostro modello ideale sarebbe: Adsl del commerciante, Hot Spot del Comune, servizi garantiti da cooperative sociali e coperti da sponsor» chiarisce Truzzi, che non esclude un domani il flat gratuito. Se il bando sarà un braccio di ferro o una finestra di dialogo sarò qui a raccontarvelo: nel frattempo incrocio le dita e non smetto di sperare nel Wi-Fi gratuito a tutte le ore. Un'utopia? Non credo: lasciate che vi racconti l'aria che tira altrove. Roma fa la parte del leone per Hot Spot e investimenti e non è sola: ha lanciato Free Italia Wi-Fi per creare una federazione nazionale delle reti pubbliche ove l'utente possa muoversi liberamente. Ha avviato un progetto sperimentale con Venezia e Sardegna e molte province hanno mostrato interesse per il Kit Open Source sviluppato da Roma e Caspur disponibile su licenze. Aggiungiamo Wired Italia, che per l'Unità ha imbastito una campagna per portare in 150 piazze il Wi-Fi a costo zero: Genova non ha risposto, forse perché ha un'intera Città Digitale a occuparsene, ma quanto e come lo abbiamo appurato. Le prospettive nazionali raggiunte o accarezzate sono chiare, diverse e rafforzate dal decadimento del decreto Pisanu: l'accesso a internet è una priorità non un plus. Genova sarà pure una "periferia per la rete" come dice Marino: presiede il Mix, nodo di interscambio di internet provider, per cui quando stima in 150 milioni di euro il costo per la fibra in tutta la città penso che possiamo mettere da parte, per adesso, l'idea. Ma non il Wi-Fi, che sta già crescendo con Cittadini Digitali a macchia di leopardo. Morale: c'è da rimboccarsi le maniche, cara Città Digitale, per avere un serio Wi-Fi e nella migliore delle ipotesi gratis per tutti. Altrimenti togliamolo dal "piano regolatore dell'innovazione della città" del programma Vincenzi. Con i nostri abbonamenti e schedine continueremo a fruire di Città Digitale, valutata dal Comune 150 mila euro l'anno e che attira sponsor privati (nel 2010: 80 mila euro). Navigheremo sulla ventina di siti (in arrivo i nuovi portali di Comune, Carlo Felice e Municipi) e forse daremo amicizia a uno dei 40 profili Facebook di musei e biblioteche. Qui e sul magazine on-line Vivere Genova rincorreremo notizie e approfondimenti mentre su The Genoa Municipality Channel, canale YouTube (in media un video in HD ogni due giorni) vedremo volentieri conferenze e interviste.

Seguiremo i cantieri e forse segnaleremo un disservizio con un clic, come suggerite. Ci terremo aggiornati ma senza aspettarci che navigare liberamente, perché questa sì che è una sfida, sia un servizio che il Comune si impegna a offrirci. E se vorremo un po' di Wi-Fi compreremo l'ennesima schedina.

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